Handbook_Volume III

19 1.2 Storia del Trapianto William Arcese1*, Raffaella Cerretti2, Gottardo De Angelis2, Giuseppe Avvisati1 1 Ematologia e Trapianto Cellule Staminali, Fondazione Policlinico Universitario Campus BioMedico, Roma, Italia. 2 Trapianto Cellule Staminali, Fondazione Policlinico Tor Vergata, Roma, Italia. Email address: w.arcese@policlinicocampus.it (William Arcese) *corresponding author Abstract: La storia del trapianto di cellule staminali ematopoietiche (TCSE) è evoluta con sorprendente intensità e progressione nell’arco degli ultimi 70 anni. Gli studi sperimentali su modelli animali e le ricerche di laboratorio sull’istocompatibilità sono stati premessa fondamentale per una razionale applicazione clinica del trapianto nell’uomo. Nel ventennio che va dal 1950 al 1970, è riportata una serie di studi, condotti soprattutto su modello murino, che dimostravano chiaramente la capacità di ricostituzione ematopoietica per infusione di cellule spleniche o midollari dopo irradiazione corporea totale (TBI) e viene descritta, già con sufficiente dettaglio, quella che, allora definita ”secondary” o “runt disease”, venne poi riconosciuta come graft-versus-host disease (GVHD). Ulteriore, rilevante acquisizione proveniente dagli studi sperimentali sui topi fu l’osservazione che la somministrazione di methotrexate (MTX) dopo trapianto era in grado di prevenire o attenuare le manifestazioni di GVHD. Il cane come modello sperimentale, adottato principalmente dal gruppo di Seattle, si rilevò altamente informativo per la successiva applicazione del trapianto nell’uomo: 1) definizione di tecnica e dosaggio della TBI; 2) possibilità di ricostituzione ematologica da parte di CSE autologhe criopreservate con dimetilsulfossido; 3) selezione del donatore in base al sistema di istocompatibilità DLA del cane; 4) conferma dell’efficacia del MTX per la profilassi della GVHD. Sul versante clinico, sebbene molto informativi della dinamica trapiantologica, tutti i tentativi di trapianto nell’uomo devono considerarsi empirici e, nonostante che il sistema HLA dell’uomo fosse stato identificato nel 1958, solo dalla fine degli anni 60 ha inizio l’era moderna del trapianto con selezione del donatore sulla base della compatibilità HLA. Nel ventennio successivo fino al 1990, si assiste ad una progressiva espansione della pratica del trapianto, i cui principali momenti di progressione possono essere individuati in: 1) indicazione ad eseguire il trapianto nelle leucemie in fase di remissione della malattia; 2) applicazione del trapianto ad altre patologie anche non neoplastiche; 3) descrizione dell’effetto graft-versus-leukemia (GVL); 3) introduzione della profilassi antivirale per herpes simplex e varicella-zoster; 4) introduzione della ciclosporina in associazione con il MTX per la profilassi della GVHD; 5) impiego della sola chemioterapia per il condizionamento pre-trapianto; 6) possibilità di raccolta di CSE da sangue periferico del donatore dopo mobilizzazione con fattori di crescita; 6) trapianto da donatore non correlato (MUD); 7) uso del sangue placentare come fonte di CSE anche in caso di incompatibilità HLA. Nel ventennio che va dal 1990 al 2010, le tappe principali che caratterizzano questa storia possono essere individuate in: 1) introduzione di una terapia efficace contro il citomegalovirus; 2) uso dell’infusione dei linfociti del donatore per il trattamento post-trapianto della recidiva e della malattia linfoproliferativa EBV correlata; 3) creazione dei Registri internazionali dei donatori e diffusa applicazione del trapianto MUD; 4) costruzione di un formidabile e ramificato sistema di cooperazione nazionale e internazionale tra Centri trapianto, Registri donatori, Centri di raccolta e analisi dati, Società scientifiche e Organizzazioni di controllo qualità; 5) introduzione del trapianto ad intensità ridotta; 6) applicazione corrente del trapianto T-depleto e, in particolare, non T-depleto da donatore aploidentico. Gli effetti che l’ampia diffusione del trapianto aplodentico può determinare su altri settori e aspetti del trapianto in generale, l’introduzione di un’efficace profilassi dell’infezione da citomegalovirus, la disponibilità di un sempre più ricco armamentario terapeutico per il pre e post-trapianto e, prepotentemente, l’immunoterapia cellulare sono emersi, nel corso di quest’ultimo decennio, come importanti fattori di evoluzione di una storia del trapianto che continua. Keywords: Storia del Trapianto, Cellule Staminali Ematopoietiche 1. Introduzione La Storia del trapianto di cellule staminali ematopoietiche (TCSE), sebbene contenuta nell’arco degli ultimi 70 anni, è talmente ricca di contenuti e così intensa nella sua progressione fino alla corrente applicazione clinica che, nei limiti editoriali raccomandati, una sua narrazio1. Aspetti Generali

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