Handbook_Volume III

184 centrici su grandi numeri di pazienti che hanno permesso di confrontare differenti strategie di profilassi delle infezioni batteriche in pazienti sottoposti a trapianto di CSE allogenico e autologo. Uno studio di sorveglianza sulle strategie di gestione della neutropenia febbrile condotto dall’ Infectious Diseases Working Party (IDWP) dell’European Group for Blood and Marrow Transplantation (EBMT) in 194 centri trapianto di 40 paesi di Europa (170 centri), Asia (21 centri), Africa ( 2 centri) e Australia (1 centro) è stato pubblicato nel 2020 (30). La profilassi con FC veniva praticata nel 57,1% dei centri in generale ed in particolare nel 71,6% dei centri del sud-est Europa, nel 60% dei centri asiatici e nel 43,7% dei centri del nord-ovest Europa. La profilassi veniva iniziata dal primo giorno del condizionamento pre-trapianto nel 57,3% dei centri e all’inizio della neutropenia nel 31,8% e continuata fino all’avvenuto attecchimento nell’83,5% o fino alla dimissione nel 10,1%. In base ad una sorveglianza condotta nel marzo 2017 in 33 centri pediatrici americani di trapianto autologo (31) la profilassi antibatterica veniva prescritta durante il periodo pre-attecchimento nel 39% dei centri mentre il 54,5% non impiegava mai la profilassi e un solo centro solo in pazienti ad elevato rischio quali i bambini splenectomizzati. La profilassi veniva praticata col cefepime in due terzi dei casi e con levofloxacina in un terzo. Lo studio GITMO sulla epidemiologia delle batteriemie da bacilli Gram negativi nel trapianto di cellule staminali emopoietiche condotto nel 2014 ha analizzato i fattori che potessero impattare sul rischio infettivo durante la fare di attecchimento (32). Nel trapianto allogenico le variabili associate ad un aumentato rischio di batteriemia erano un trapianto da donatore HLA non compatibile, sia familiare che non familiare, e da cordone ombelicale, l’età più avanzata al trapianto, prolungata neutropenia pre-attecchimento. La profilassi antibatterica (977 pazienti avevano ricevuto profilassi antibatterica e 141 no) non aveva un impatto statisticamente significativo sul rischio infettivo (HR: 0.77). Nel trapianto autologo le variabili associate ad un aumentato rischio di batteriemia erano una diagnosi di linfoma e l’età più avanzata al trapianto. La profilassi antibatterica (1411 pazienti avevano ricevuto profilassi antibatterica e 214 no) aveva invece un ruolo protettivo con un HR pari a 0.46. In sintesi, la profilassi con FC non impattava sul rischio di batteriemie da Gram negativi nel trapianto allogenico mentre si associava ad una significativa inferiore incidenza nel trapianto autologo Uno studio multicentrico multinazionale che ha coinvolto centri dall’Austria, Germania e Svizzera ha valutato prospetticamente l’impatto della profilassi con FC in 10.286 episodi di neutropenia in pazienti sottoposti a chemioterapia di induzione o trapianto allogenico o autologo di cellule staminali durante il periodo 20092014 (33). In tutto, 8.755 pazienti erano valutabili e di questi 1.394 hanno sviluppato una batteriemia in corso di neutropenia. Complessivamente, di 4.223 trapianti allogenici il 67,6% dei pazienti era in profilassi con FC e il 32,4% no, di 3602 trapianti autologi il 53,5% dei pazienti era in profilassi con FC e il 46,5% no, di 930 chemioterapie intensive il 55% dei pazienti era in profilassi con FC e il 45% no. La scelta sull’uso o meno della profilassi non derivava dal rischio specifico dei singoli pazienti ma dalle diverse strategie adottate dai vari centri, non sembra quindi esservi un bias di selezione del rischio infettivo nei pazienti dei due gruppi. Nella figura 1 viene illustrato il rischio di batteriemia nelle varie categorie di pazienti in base all’uso della profilassi o meno con FC. L’impatto della profilassi con FC sulla riduzione delle batteriemie da bacilli Gram negativi si osservava in maniera significativa nel trapianto autologo e nella chemioterapia intensiva, al contrario nel trapianto allogenico non vi era alcuna differenza nella incidenza di batteriemie da Gram negativi in base all’uso o meno della profilassi con FC. Inoltre, nei pazienti sottoposti a chemioterapia intensiva si osservava un effetto positivo della profilassi con FC sulla mortalità complessiva con una riduzione di circa il 70% Figura 1. Adjusted subdistribution ratios (aSHR) per le batteriemie in pazienti neutropenici in profilassi con FC verso pazienti non in profilassi (modificato da Kern et al, ref 33)

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