Handbook_Volume III

159 L’idea fu quella di raccogliere in un unico “libro” (il cosiddetto “Book”) l’elenco di tutti i fenotipi dei donatori listati nel mondo. La prima edizione del BMDW, composta da stampe di tabulati, fu distribuita durante l'incontro annuale dell'EBMT il 1 febbraio 1989 e comprendeva i fenotipi di 8 registri di 8 paesi – tra cui l’IBMDR italiano – con un totale di 156.000 donatori. Da allora, grazie all’avvento di Internet e ad una digitalizzazione sempre più spinta, si è passati a forme sempre più evolute di condivisione di dati dei potenziali donatori mondiali, sino allo scenario attuale in cui un unico database contiene i dati di oltre 40 milioni di soggetti, all’interno del quale è possibile ricercare quelli potenzialmente compatibili, applicando sofisticati algoritmi di ricerca [6,7]. Contestualmente al BMDW nasce, sempre nel 1989, anche la World Marrow Donor Association (WMDA) [8] con la finalità di creare un’associazione dei pochi registri allora esistenti ove poter condividere procedure e modalità per facilitare lo scambio di CSE da non familiare garantendo la sicurezza e tutela del donatore, nonché la qualità del prodotto donato. Dopo oltre 30 anni di attività, la WMDA continua ad essere la sede associativa dove i registri possono condividere progetti di lavoro, linee guida, protocolli e modalità di scambio dati. In particolare fra le attuali finalità della WMDA vi è quella di continuare a fornire una piattaforma globale che faciliti l'accesso alla fonte di cellule staminali più adatta per il paziente in attesa di trapianto, sia dal punto di vista informatico (il vecchio BMDW è stato ormai soppiantato da Search & Match, gestito appunto da WMDA) sia promuovendo la standardizzazione dei processi attraverso un programma di accreditamento ad hoc, avviato agli inizi degli anni 2000 [9]. 4 La ricerca di donatore non familiare 4.1 I requisiti di eleggibilità al trapianto di CSE da donatore non familiare Il Registro Italiano IBMDR sin dall’inizio della sua attività nel 1989, attraverso il coinvolgimento attivo delle Società scientifiche coinvolte nella tematica di donazione e trapianto, si è dato regole e requisiti (diventate in seguito norma) per definire i criteri con cui rendere operativo il programma di donazione e trapianto da non familiare in Italia. Negli anni 1989-1990 i soggetti per i quali poteva essere avviata una ricerca di donatore da registro avevano un’età limite fissata a 35 anni e le patologie con indicazione al trapianto da donatore non familiare erano rappresentate principalmente da leucemie mieloidi croniche o da malattie onco-ematologiche a lenta evoluzione. Nel corso degli anni, grazie all’avvento di nuovi protocolli trapiantologici e alla conferma della validità del percorso di cura, i criteri di eleggibilità sono variati sia per il limite di età sia per la rosa di patologie di elezione per il trapianto. Secondo gli standard nazionali attualmente in uso, i pazienti per i quali è possibile avviare una ricerca devono avere un’età inferiore ai 75 anni ed essere affetti da una delle patologie elencate negli standard nazionali, fra le quali: aplasie midollari congenite ed acquisite, leucemie acute mieloidi e linfoidi, leucemie mieloidi croniche, mielofibrosi, linfomi, mielodisplasie, mieloma multiplo e numerosi errori congeniti quali immunodeficienze, disordini ereditari, lisosomiali e non lisosomiali. L’elenco completo delle patologie e loro caratteristiche per le quali è proponibile un trapianto di CSE da non familiare è elencato nella Tabella III degli Standard operativi IBMDR [10]. 4.2 L’attivazione della ricerca In Italia - per legge – la ricerca di una possibile fonte non familiare di CSE può essere attivata esclusivamente attraverso IBMDR da parte dei Programmi Trapianto autorizzati. Attualmente sono 59 le unità cliniche (CT) che possono eseguire trapianti di CSE da non familiare. Per il mantenimento di tale accreditamento i PT devono possedere e mantenere i requisiti stabiliti dalle pertinenti autorità competenti al fine di garantire elevati standard qualitativi e di sicurezza per tutti i pazienti che accedono alla terapia trapiantologica in Italia. I CT, a livello pratico, per avviare la ricerca debbono acquisire un consenso informato del paziente (o dei genitori in caso di minore), all’uopo predisposto da IBMDR, e debbono fornire al registro sia i dati anagrafici e clinici (diagnosi e fase di malattia) del paziente, sia i suoi dati genetici, ovvero la tipizzazione in alta risoluzione del sistema HLA, sulla base del quale viene avviata la ricerca di donatore non consanguineo. Inoltre, al fine di impostare al meglio la strategia di ricerca, viene richiesto al CT di indicare la sorgente di CSE preferibile per il paziente, distinguendo tra CSE da sangue midollare, periferico e/o da sangue cordonale. La sottomissione di questi dati a IBMDR avviene attraverso un portale web all’uopo sviluppato da IBMDR che viene costantemente aggiornato al fine di adeguarlo all’evoluzione delle procedure. Ogni anno IBMDR riceve circa 2000 nuove attivazioni di ricerca a favore di pazienti in carico ai CT italiani e altre 1000 ricerche da parte dei registri internazionali che cercano fra i nostri donatori una possibile compatibilità. Il numero di nuove attivazioni in Italia, ha continuato a cresceredal 1989 ad oggi, con un incremento del 20% negli ultimi 5 anni (Fig.1). 4.3 La compatibilità tra paziente e donatore La compatibilità tessutale si basa sulla condivisione nella coppia donatore /ricevente degli stessi alleli ai loci del sistema di istocompatibilità considerati significativi per l’outcome del trapianto di CSE [12]. Il complesso maggiore di istocompatibilità (MHC), che nell’uomo è definito HLA, è un gruppo di geni polimorfici localizzato sul cromosoma 6, i cui prodotti, che si ritrovano sulla membrana cellulare, hanno la funzione di legare frammenti di antigeni rendendoli visibili ai recettori dei linfociti T e capaci quindi di innescare la risposta immunitaria ad agenti esterni, riconosciuti come non-self. Le molecole del sistema HLA si distinguono in due gruppi: HLA I classe e HLA di II classe, che biologicamente hanno meccanismi di azione diversi nella risposta immunitaria. 2. Qualità ed elementi regolatori

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