Handbook_Volume III

158 natore compatibile all’interno della propria famiglia, in particolare tra fratelli. La probabilità che due soggetti appartenenti alla stessa fratria siano completamente compatibili è però solo del 25%. Inoltre la diminuzione ormai consistente della composizione del numero di figli nei nuclei familiari nel mondo occidentale e in Italia in particolare, implica che i donatori non familiari rappresentano l’unica possibilità di cura per oltre l’80% dei pazienti in attesa di trapianto di CSE allogenico. Per facilitare la ricerca e identificazione di un possibile donatore non apparentato, dalla fine degli anni ’80, molti paesi nel mondo iniziarono a costituire delle banche dati raccogliendo i fenotipi HLA di volontari candidati donatori di midollo osseo [1,2]. Una ulteriore alternativa, dal 1991, anno del primo trapianto di CSE da sangue cordonale [3], è rappresentata dalle unità di sangue cordonale (SCO) conservate presso le Banche nazionali ed internazionali e destinate all’uso solidaristico. I prossimi capitoli descrivono la rete internazionale dei registri di donatori non familiari e di banche SCO esistenti nel mondo, nonché le procedure e strategie per la ricerca di un donatore/unità SCO non correlato compatibile e idoneo per uno specifico paziente. 2. I registri internazionali Il primo registro di donatori non familiari del mondo venne fondato in Inghilterra nel 1974 [1] per volontà della madre di Anthony Nolan (da cui il nome del registro inglese) bambino affetto dalla Sindrome di Wiskott-Aldrich, per il quale l’unica terapia possibile era rappresentata dal trapianto di CSE. Purtroppo per Anthony non fu trovato in tempo un donatore compatibile, ma dalla sua vicenda partì l’impulso per dare il via, in diversi paesi dell’Europa e del mondo, al programma di reclutamento di donatori non familiari di CSE. Anche l’Italia seguì l’esempio inglese e nel 1989 venne istituito il Registro nazionale Italiano dei donatori di midollo osseo – internazionalmente noto come IBMDR – con sede a Genova, presso l’ E. O. Ospedali Galliera. Attualmente esiste almeno un registro nazionale di donatori di CSE non familiari per ogni paese europeo, del nord America, dell’Australia e del continente asiatico. Poco rappresentata è la popolazione dei donatori del nord/centro Africa e del Sud America, per la presenza di pochi registri in queste zone della Terra, anche se nel corso degli ultimi anni si è assistito ad un impulso nello sviluppo di banche dati nazionali anche in questi continenti. Nel mondo esistono oggi 136 Registri Internazionali e banche di sangue cordonale/network di banche, situati in 55 diversi Paesi del mondo [4]. Tali strutture raccolgono nell’inventario mondiale oltre 40 milioni di donatori, di cui circa 800.000 unità di sangue del cordone ombelicale [4]. Grazie alla generosità di tali donatori è possibile offrire una speranza di vita ai numerosi pazienti in attesa di trapianto. Infatti circa 25.000 trapianti [4] vengono eseguiti ogni anno nel mondo con una fonte di CSE prelevata da un donatore non familiare. 3. Il BMDW e la World Marrow Donor Association Il Bone Marrow Donors Worldwide (BMDW) fu creato nel 1989, su intuizione del prof. Jon J. van Rood, [5] con la finalità di agevolare al massimo la possibilità per i centri trapianto di trovare rapidamente il donatore non familiare compatibile. Figura 1: numero attivazioni ricerca a favore di pazienti nazionali e internazionali per anno

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