93 cumolo di liquidi. Gli esiti delle analisi di laboratorio, in particolare, i livelli di elettroliti, azotemia, creatininemia ed ematocrito, devono essere monitorarti e confrontati con i risultati precedenti. 10 4.6 Miglioramento dell’autoassistenza Le misure igienche nel paziente ematologico sono molto importanti, specie quando non è in grado di occuparsene, esse diventano compito dell’infermiere e dell’ oss. Tuttavia il paziente andrebbe incoraggiato dall’infermiere primary e dagli stessi infermieri associati, in modo che possa provvedere per quanto possibile all’autoassistenza e mantenere la mobilità e la funzionalità generale, nonchè l’autonomia.8 Spesso i pazienti in regime di condizionamento quando non sono in grado di autoassistersi, tendono a svalorizzarsi, provano disgusto per sé stessi e per il fatto di non poter occuparsi della propria cura. In questo caso l’ascolto empatico da parte dell’infermiere referente o dello psicologo e la rassicurazione del fatto che questa invalidità sia temporanea rappresenta un aiuto importante. 14 4.7 Alleviamento dell’ansia e della sofferenza La diagnosi di una malattia ematologica può avere un effetto terrorizzante. In molti casi la necessità di inziare un trattamento è prioritaria ed urgente, per cui il paziente non ha il tempo necessario di elaborare il fatto che è affetto dalla patologia prima di dover prendere decisioni in merito alla terapia.12 L’esigenza di informazione e l’interesse del paziente in regime di condizionamento, variano nel corso della degenza ospedaliera e pertanto dovrebbero essere valutati ripetutamente.15 È importante definire alcune priorità in modo da fornire spiegazioni adeguate circa le procedure, gli accertamenti che verranno eseguiti, e i vari aspetti del self care ai pazienti che non esigono informazioni dettagliate. Molti pazienti diventano depressi e incominciano a soffrire per le perdite (alopecia, perdita della fuzione familare, del ruolo e delle responsabilità professionali, del ruolo sociale e delle funzioni fisiche).4 L’infermiere primary con l’aiuto dello psicologo, potrà aiutare il paziente ad identificare la sofferenza ed incoraggiarlo a dedicare un certo tempo per riacquisire l’autostima, e nello stesso tempo ad adattarsi ai più importanti cambiamenti che la malattia ha imposto nella sua vita.16 Alle volte anche la dimissione post terapia può provocare ansia, infatti molti pazienti benchè contenti per il fatto di tornare a casa, non ritengono di poter affrontare le potenziali complicanze della malattia. Un’efficace comunicazione tra infermiere primary e paziente e care giver, potrà evitare che a domicilio possa avvertire il senso di abbandono. 4.7 Aumento del benessere spirituale Il paziente ematologico che infonde una terapia mielodepletiva molte volte avverte il senso di smarrimento visto che non conosce quale sia il suo futuro.17 L’infermiere primary nell’accertamento iniziale avrà avuto modo di informarsi sulle pratiche spirituali e religiose del paziente, per offrire anche in questo ambito il sostegno necessario. È importante offrire eventualmente il sostegno anche di un sacerdote, e che nel corso della malattia, l’infermiere aiuti il paziente a conservare la speranza. Tale speranza, tuttavia, deve essere realistica e cambierà nel tempo. 5. Conclusioni L’infermiere primary in ambito oncoematologico, inizierà il percorso di cura insieme al suo paziente, vivrà con lui dal giorno della prima infusione della chemioterapia al giorno del trapianto fino alla dimissione. Insieme al paziente attraverserà diversi stati d’animo che andranno dalla paura, alla disperazione, giungendo man mano ad un’accettazione della condizione del suo nuovo stato di salute.17 La chemioterapia mieoloablativa o ad intensità ridotta in associazione alla radioterapia sono tipologie di cura molto aggressive, per questo il paziente candidato alla terapia di condizionamento, ha bisogno di una continua assistenza infermieristica che lo aiuti a saper gestire i segni ed i sintomi dei possibili effetti collaterali.18 Il nursing care nei confronti del paziente ematologico deve concentrarsi sull’instaurazione della relazione d’aiuto, cercando di stare il più possibile vicino al sofferente; in modo da poter costruire giornalmente un percorso finalizzato alla crescita ed alla valorizzazione del malato e dell’infermiere. Concluso il trattamento terapeutico il paziente candidato al trapianto di cellule staminali emopoietiche verrà dimesso dall’ospedale, e nella maggior parte dei casi la dimissione viene accettata di buon grado dai familiari che sono stati lontano dal proprio caro per molto tempo. Anche in questo caso l’infermiere primary, educatore alla salute, dovrà dare delle direttive per far vivere con dignità e tranquilltà il paziente e la famiglia.17 Nel corso degli anni la percentuale di guarigione delle patologie ematologiche è aumentata in modo significativo,19 purtroppo molte volte la malattia non è suscettibile alla terapia, poichè in alcuni casi si arriva a conoscenza della patologia quando è già in uno stato avanzato altre volte il paziente presenta una recidiva della malattia. Per questo diventa fondamentale la responsabilità infermieristica, che sappia tener conto della corretta continuità assistenziale nel pre – post trapianto in modo da poter ridurre la morbilità e la mortalità del paziente ematologico. L’infermiere di ematologia deve riuscire ad integrare le competenze scientifiche, narrative e assistenziali con le competenze empatiche, perchè possa con il bagaglio di esperianza accrescere la propria vita professionale, senza mai perdere di vista il lato tecnico e pratico da quello prettamente umano. 1. Aspetti Generali
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