Handbook_Volume III

90 1.9. Il Trapianto 1.9.1 Aspetti assistenziali del condizionamento Fabio Lamberti1*; Teresa Laviano2; Manuela Cavalletti3; Elena Cristofori4 1 Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, Università Cattolica del Sacro Cuore, Rome, Italia 2Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, Rome, Italia 3Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, Università Cattolica del Sacro Cuore, Rome, Italia 4Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Italia. Email address: *fabio.lamberti@policlinicogemelli.it (Fabio Lamberti); teresa.laviano@policlinicogemelli.it (Teresa Laviano); manuela.cavalletti@policlinicogemelli.it (Manuela Cavalletti); elena.cristofori@unicatt.it (Elena Cristofori) *Corresponding author Abstract: Il condizionamento mieloablativo è nato con il triplice scopo di eradicare la malattia di base del paziente, creare spazio nel midollo per le cellule staminali del donatore e sopprimere il sistema immunitario del ricevente per evitare il rigetto e favorirne l’attecchimento. I principali ostacoli alla riuscita del trapianto sono la tossicità della procedura, la recidiva della malattia di base e la graft versus host disease (GVHD). La GVHD è la reazione immunitaria mediata dalle cellule T del donatore, nei confronti dei tessuti del ricevente (paziente), può essere acuta o cronica, interessare principalmente la cute, l’apparato gastroenterico e il fegato, ed è una delle principali cause di morbilità e mortalità del paziente.1 I regimi di condizionamento variano in base alla patologia e allo stato di malattia al momento del trapianto, alla sorgente delle cellule staminali e alla compatibilità del donatore. La scelta del trattamento si basa sull’utilizzo di farmaci chemioterapici con azione mieloablativa o con regimi di condizionamento ad intensità ridotta associando in alcuni casi la radioterapia.2 Le chemioterapie utilizzate possono essere più o meno intensive, e per questo è necessario una rigorosa selezione del paziente da sottoporre al trapianto. Due delle complicanze precoci più comuni sono la mucosite orale e la sepsi.3 Altre complicanze relativamente rare sono la cistite emorragica (HC), le sindromi da danno endoteliale (DE), sindrome da ostruzione sinusoidale/malattia vena – occlusive (SOS/VOD), la sindrome da attecchimento (ES), la sindrome da polmonite idiopatica (IPS), l’ emorragia alveolare diffusa (DAH), la microangiopatia associate al trapianto (TAM).1 Per tutte le complicanze, vi sono attente prevenzioni e raccomandazioni da seguire a livello infermieristico, molte delle quali sono dettatte dai principi basilari dell’assistenza. È stato dimostrato come la valutazione all’inizio del percorso terapeutico ed un congruo monitoraggio infermieristico nel corso del condizionamento, coadiuvato da un intervento tempestivo- educativo nella presa in carico del paziente da parte di un infermiere referente (Primary Nurse), possa avere un’influenza sulla morbilità e mortalità dei pazienti.4 Keywords: regimi di condizionamento, trapianto allogenico, assistenza infermieristica, primary nursing 1. Introduzione Il regime di condizionamento mieloablativi o ad intensità ridotta pre – trapianto allogenico consistono nella somministrazione, prima dell’infusione delle Cellule Staminali Emopoietiche (CSE), in un periodo variabile

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