Handbook_Volume III

70 - L’utilizzo dei midline L’utilizzo dei midline per la procedura di aferesi si è dimostrato efficace nella raccolta di CSE nei donatori familiari privi di accessi vascolari periferici idonei (37-38). Il device utilizzato è un catetere periferico di tipo midline di lunghezza variabile (max 20cm) preferibilmente in poliuretano, posizionato sotto guida ecografica generalmente in vena basilica con l’estremità apicale al di sotto della vena ascellare. Questo presidio può essere utilizzato, sia nei pazienti candidati a procedura autologa che hanno necessità di un accesso vascolare idoneo per la via di prelievo pur disponendo di adeguato accesso vascolare per la via di ritorno, sia nei donatori sani che non dispongono di un patrimonio venoso periferico adeguato. Infatti, non essendo un catetere venoso centrale, il suo utilizzo è consentito anche in questo setting di donatori. Inoltre, il midline ha rappresentato una valida alternativa al posizionamento di un catetere venoso centrale dedicato all’aferesi nei pazienti che necessitavano di un dipositivo ad hoc, risparmiando risorse organizzative ed economiche non trascurabili ed evitando le possibili complicanze derivanti dal suo posizionamento. 8. Reazioni avverse L’ aferesi è una procedura sicura per il paziente, il tasso di mortalità correlata alla procedura è molto basso con una stima di 3 morti ogni 10.000 procedure ma più frequenti sono gli eventi avversi (39) dei quali i principali sono rappresentati da ipovolemia, tossicità da citrato e trombocitopenia. - Ipovolemia Dati i volumi ematici in gioco, il rischio di ipovolemia è intrinseco alla procedura. Prima di iniziare la raccolta, è indispensabile una valutazione dei parametri vitali (in particolar modo pressione arteriosa e frequenza cardiaca), parametri che andranno rivalutati ad intervalli regolari nel corso della procedura. Necessaria, inoltre, la valutazione pre/post dei valori di emoglobina ed ematocrito. Le manifestazioni cliniche di ipovolemia possono includere, capogiro, vertigine, diaforesi, tachicardia ed ipotensione. L'ipovolemia può essere gestita tramite somministrazione per via endovenosa di liquidi e la riduzione della portata/velocità di aferesi. Nei casi più gravi è necessaria la sospensione della procedura. - Tossicità da citrato di sodio Uno degli effetti avversi più comuni osservati durante il processo di raccolta cellulare è la tossicità da citrato di sodio (40). Il citrato di sodio viene utilizzato durante l'aferesi come anticoagulate; questo si lega agli ioni calcio e può portare ad ipocalcemia. Le manifestazioni cliniche di ipocalcemia possono includere intorpidimento e formicolio delle estremità e/o dell’area intorno alla bocca, tetanie, tremore, brivido, crampi muscolari e crampi addominali. Il monitoraggio sierico degli elettroliti prima di ogni procedura, cosi come la somministrazione di integratori per via orale di calcio carbonato, è spesso di aiuto ed utile nel ridurre la probabilità che questa complicanza si manifesti. Nei casi più gravi può essere necessaria la somministrazione per via endovenosa di calcio gluconato e la riduzione della portata/velocità di aferesi. Altri effetti avversi derivanti dalla tossicità da citrato di sodio includono ipomagnesiemia, ipokaliemia ed alcalosi metabolica. - Trombocitopenia Durante la procedura di aferesi, mentre il sangue del paziente è nel separatore cellulare, le piastrine possono aggregarsi ed aderire alla centrifuga. La diminuzione del numero delle piastrine pùo essere importante, prima di iniziare la procedura è quindi necessario conoscere la conta piastrinica del paziente (> 20.000/μL). Se i livelli piastrinici sono bassi, il paziente può ricevere una trasfusione di piastrine. 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