Handbook_Volume III

63 cumentata infezione da SARS-CoV2 la gestione della donazione deve essere definita da apposita policy, sulla base delle indicazioni istituzionali ed aziendali. 5.8. Esito della donazione Il donatore dopo la donazione viene tenuto in osservazione per il tempo necessario al recupero dello stato di salute: in caso di donazione di CSE midollari viene accolto nel reparto di degenza e seguito nel risveglio post-anestesia, nel recupero della diuresi spontanea e nel recupero della piena autonomia motoria. La dimissione avviene nei tempi e nei modi concordati tra il medico che ha eseguito il prelievo e l’anestesista, tenendo conto del recupero psico-fisico del donatore In caso di donazione di CSE periferiche, il donatore rimane in osservazione presso l’Unità di Raccolta per circa 2 ore, allo scopo di garantire il completo metabolismo dell’ACD infuso, il completo recupero dell’autonomia motoria. E’ di grande importanza fornire al donatore un esito immediato della donazione: quante cellule sono state raccolte, se il numero di cellule ha soddisfatto o no le necessità del ricevente… In caso di necessità di una seconda donazione il giorno successivo, è importante fornire al donatore o al paziente tutte le informazioni utili a favorire il rapido recupero per il giorno successivo (riposo, assunzione di alimenti ricchi di calcio, assunzione di liquidi in quantità adeguata), verificare lo stato dell’emostasi dalla sede di prelievo, se è stato utilizzato un accesso vascolare periferico e rassicurare sulla procedura che sarà eseguita il giorno successivo : durata, tollerabilità, rapido recupero, innocuità immunologica per il donatore. Infine è necessario ricordare con estrema chiarezza il dosaggio del fattore di crescita da somministrare come prosecuzione della mobilizzazione. E’ preferibile, nella comunicazione al donatore, sottolineare sempre l’apprezzamento e la riconoscenza per la sua donazione, sia che si tratti di donatore familiare che di donatore non familiare, e invece spostare l’attenzione verso un soggetto diverso in caso di donazione con cellularità insufficiente, inferiore a quanto richiesto : il “midollo ha risposto poco”, le “cellule staminali hanno mobilizzato poco”, in modo da non far percepire questo insuccesso come “giudizio” rivolto verso la persona (“hai mobilizzato poco”, “hai donato poche cellule” …). Questo è particolarmente importante nel caso di donatore bambino o adolescente, per il rischio di indurre un senso di inadeguatezza e di inutilità, che per una personalità ancora non ben strutturata è difficile da elaborare e superare. 5.8.1 Gestione della mancata donazione In caso di mancata donazione è importante assistere il donatore nell’elaborazione emotiva dell’evento, che può originare da diverse situazioni: • mancata donazione per ragioni legate al ricevente • sospensione temporanea del trapianto, e quindi della donazione, con una possibile programmazione futura • sospensione della donazione senza una programmazione futura (a data da destinarsi) • annullamento definitivo della donazione per aggrava1. Aspetti Generali mento delle condizioni del ricevente o per decesso • mancata donazione per ragioni legate al donatore • scelta di un altro donatore tra quelli individuati per ragioni “immunologiche” • scelta di un altro donatore per giudizio di “non idoneità” • scelta di un altro donatore per ritiro del consenso • donatore idoneo, ma considerato una riserva di “back up” In tutti questi casi il donatore va accompagnato all’accettazione della mancata donazione e alla gestione delle emozioni contrastanti che può sperimentare: delusione, frustrazione, senso di inadeguatezza, senso di inutilità, nel caso di scelta di un altro donatore, oppure senso di colpa, rabbia, senso di ingiustizia, nel caso di aggravamento delle condizioni di salute del ricevente, sospensione del trapianto o decesso del ricevente. In questo caso si aggiunge il senso di vuoto e il sentimento di incomprensione inconsolabile dato dalla perdita del familiare. Il lutto familiare va accompagnato e rispettato nella sua piena elaborazione. Tutte queste emozioni sono vissute dal donatore in modo peculiare a seconda del suo stesso vissuto, delle esperienze precedenti, di eventuali lutti familiari già vissuti e non elaborati, e a seconda della relazione familiare con il ricevente: un fratello, un figlio che avrebbe dovuto donare per un genitore, o un genitore che avrebbe dovuto donare per un figlio ... Varia soprattutto a seconda dell’età: in particolare si sottolinea la fragilità emotiva di un donatore bambino o adolescente che affronta la preparazione di una donazione che poi non avviene [39,43,45]. 5.9 Esito del trapianto e controlli post-donazione Dopo la donazione il donatore allogenico viene invitato ai controlli previsti dai programmi di follow up in base alla tipologia di donazione eseguita: CSE midollari e CSE periferiche, definiti nelle Raccomandazioni e negli Standard IBMDR e negli standard JACIE [3,29,33]. Il programma di follow up è schedulato secondo un calendario a breve termine, che va dalla donazione ai 3 mesi successivi, a medio termine, dai 6 mesi ai 12 mesi, e a lungo termine dai 2 anni ai 10 anni. Il programma di follow up del donatore si sovrappone ai controlli previsti per il ricevente e all’esito del trapianto; quando l’esito del trapianto è sfavorevole emergono nel donatore emozioni contrastanti, che meritano di essere gestite con estrema delicatezza, empatia e professionalità. In questi casi infatti è importante trasmettere al donatore la consapevolezza che l’esito del trapianto non è mai attribuibile al donatore, e che in caso di esito sfavorevole non è “colpa” del donatore. E’ importante sottolineare il grande valore dell’aiuto offerto al ricevente, che può maturare anche se il trapianto non ha successo, perché il donatore e la famiglia possono essere rassicurati e trovare consolazione nel fatto che il trapianto di cellule staminali sia stato comunque eseguito. E’ importante fornire al donatore tutto il supporto e l’empatia necessaria a gestire il senso di inadeguatezza e di inutilità, molto frequenti nel donatore il cui ricevente non supera il trapianto o a gestire il lutto familiare, trasmettendo al donatore consolazione e apprezzamento

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