Handbook_Volume III

44 1.4 Scelta del Donatore e timing del trapianto Simona Piemontese1*, Alessandra Picardi2 1Hematology and Bone Marrow Transplant Unit, San Raffaele Scintific Intitute, Milan, Italy 2Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università di Roma Tor Vergata – AORN A. Cardarelli, Napoli Email address: Piemontese.simona@hsr.it (Simona Piemontese); alessandra.picardi@aocardarelli.it (Alessandra Picardi) *Corresponding author Abstract: La probabilità di successo di un trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche (CSE) dipende da molteplici fattori che si possono riassumere nelle caratteristiche clinico-biologiche della coppia donatore-ricevente e nelle comorbidità del paziente. Quando si lavora all’identificazione del miglior donatore possibile per un determinato paziente, la compatibilità HLA (10 loci) tra paziente e donatore è sicuramente ad oggi il criterio imprescindibile da prendere in considerazione, ma non l’unico. In base alla compatibilità HLA possiamo identificare donatori familiari HLA-identici o aplo-identici (che condividono almeno metà del sistema maggiore di istocompatibilità con il paziente), donatori da registro o unità di sangue placentare HLA compatibili o semi-compatibili con il paziente. A parità di compatibilità HLA o in assenza di un donatore HLA compatibile, l’età del donatore, il sesso, la positività o meno degli anticorpi anti-CMV della classe IgG, il gruppo sanguigno, il peso corporeo, la disponibilità o meno alla donazione di entrambe le fonti di CSE (midollo e periferico), sono tutti fattori da considerare nell’algoritmo di selezione del donatore. Un altro aspetto importante per l’efficacia del trapianto, soprattutto per le patologie ematologiche maligne, è la tempistica del trapianto. L’obiettivo del trapiantologo è pertanto permettere che un paziente con indicazione a trapianto allogenico di CSE arrivi al trapianto nelle condizioni cliniche e di malattia migliori e possa accedere al miglior donatore nella tempistica adeguata alla sua patologia ematologica. Keywords: donatore di cellule staminali emopoietiche; tempistica del trapianto 1. Tipologia di donatori di CSE 1.1 Compatibilità HLA Il gold standard per la valutazione dei donatori di CSE è quello di tipizzare ad alta risoluzione (4 digit) i loci HLA-A, HLA-B, HLA-C di classe I e e HLADRB1 di classe II. Nella ricerca del donatore non consanguineo, è richiesta anche la tipizzazione sui loci HLA-DQB1 e HLA-DPB1, che tuttavia non risultano mandatori per la selezione di unità di sangue placentare [1] In base alla compatbilità HLA si possono identificare diverse categorie di donatori. Donatori HLA-identici, cioè fratelli/sorelle, definiti germani, che condividono non soltanto i 10 loci HLA ma l’intero cromosoma 6, materno e paterno, che ospita tali loci; questa tipologia di donatore si identifica in circa il 30% dei casi. Nella fratria, anche se molto raramente, è possibile identificare germani e che condividono 9 dei 10 loci HLA a causa del fenomeno del crossing-over. In assenza di germani HLA identici, la scelta cade su volontari iscritti ai registri internazionali con l’obiettivo di identificare un donatore che condivida con il paziente 8, o meglio ancora 10 loci HLA (incluso il DQB1), e, pertanto vengono denominati matched unrelated donor (MUD). In loro assenza si passa a donatori da registro che condividono almeno 7 degli 8 loci HLA esaminati con 1 sola incomptibilità ammessa sui loci A, B, C o DRB1, denominati mismatched unrelated donor (MMUD), oppure a donatori familiari che condividono soltanto 5 dei 10 loci HLA (in quanto condividono con il paziente soltanto un cromosoma 6, paterno o materno), definiti donatori aploidentici, o ancora alle unità di sangue placentare. Le unità di sangue placentare rappresentano

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