Handbook_Volume III

99 1.9.3 Aspetti clinici nei primi 100 giorni Enrico Maffini e Francesca Bonifazi1* 1IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna; Istituto "L. e A. Seràgnoli", Bologna, Italia Email address: enrico.maffini@aosp.bo.it (enrico maffini), francesca.bonifazi@unibo.it (francesca bonifazi) *Corresponding author Abstract: I primi cento giorni di vita del nuovo prodotto trapiantato sono estremamente delicati e coprono un insieme di eventi, che comprendono l’attecchimento emopoietico e pongono le basi per la nascita del neonato sistema immunitario, con le relative componenti cellulari e tissutali. Esiste una varietà di tossicità acute e tardive, che possono causare morbidità e mortalità significative, alcune delle quali sono specifiche per il trapianto allogenico. Il principio di base della terapia di supporto del paziente trapiantato è sostanzialmente rappresentato dalla prevenzione. La maggior parte delle complicanze del trapianto ha una relazione temporale con il regime di condizionamento e il trapianto stesso. Sono stati sviluppati diversi algoritmi e scores, basati sulle comorbidità pre-trapianto e sulle caratteristiche della malattia ematologica che sono in grado di predire la mortalità e la sopravvivenza non legata alla recidiva della malattia ematologica del futuro trapiantando. Keywords: attecchimento, infezioni, VOD, GvHD, immunosoppressori 1. Introduzione I primi cento giorni dall’infusione del prodotto cellulare coprono un insieme di eventi cruciali per il paziente e rappresentano per esso il compimento di una parte significativa del proprio percorso di cura. Il delicato momento dell’attecchimento emopoietico è il risultato di un processo estremamente complesso che porta al ristabilimento di una completa attività sintetica midollare, attraverso il recupero funzionale delle filiere proliferative granulocitarie, megacariocitarie ed eritroidi. I giorni che precedono l’attecchimento sono caratterizzati da una profonda depressione dell’attività sintetica midollare, che viene ad esaurirsi come conseguenza dell’effetto iatrogeno dei farmaci antiblastici impiegati durante il condizionamento. L’esito clinico è rappresentato da anemia, piastrinopenia, di entità variabili e neutropenia, la quale espone il paziente al rischio di infezioni da parte di agenti microbiologici di varia natura, potenzialmente pericolose. Inoltre, dal momento che gran parte dei farmaci impiegati nei regimi di preparazione al trapianto posseggono una tossicità limitante la dose massima sulla mucosa del tratto gastro-enterico, la comparsa di nausea/emesi, costipazione o diarrea sono eventi molto comuni nei primi giorni dopo il trapianto. Il fegato può essere coinvolto in modo diretto dalla tossicità specifica esercitata dagli stessi farmaci impiegati nei regimi di condizionamento del trapianto o sviluppare una condizione morbosa, tipica del trapianto, che prende il nome di malattia veno-occlusiva epatica, che è de facto gravata da un elevato tasso di mortalità, nelle sue espressioni cliniche più gravi. L’apparato respiratorio può essere coinvolto da fenomeni infettivi o infiammatori in modo anche rilevante, a distanza ravvicinata dall’infusione del graft o dopo diversi mesi. L’evenienza della malattia da trapianto contro l’ospite (graft vs. host disease, GvHD) è una complicanza immuno-mediata, squisita del trapianto di cellule ematopoietiche che può manifestarsi in forma acuta, in circa un terzo dei pazienti, e in una forma cronica, con incidenza variabile da poco meno del 10% ad oltre il 50% 1. Aspetti Generali

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