Handbook_Volume III

75 1.7 Eleggibilità e valutazione del rischio trapiantologico Simona Piemontese1*, Francesco Onida2 1Hematology and Bone Marrow Transplant Unit, San Raffaele Scientific Institute, Milan, Italy 2Hematology and Bone Marrow Transplant Unit, Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico, University of Milan, Milan, Italy Email address: piemontese.simona@hsr.it (Simona Piemontese); francesco.onida@unimi.it (Francesco Onida) *Corresponding author Abstract: Tra i compiti del trapiantologo, oltre alla valutazione dell’indicazione a trapianto autologo o allogenico del paziente in base alla patologia e alle sue caratteristiche biologiche, alle caratteristiche cliniche, agli eventuali trattamenti precedenti e allo stato della malattia, di importanza cruciale è la valutazione dell’idoneità del paziente stesso alla procedura trapiantologica. Tale valutazione deve tenere conto di diversi aspetti, tra i quali è compresa una stima dei rischi delle possibili complicanze, che in ultima analisi possono tradursi in un rischio di morbilità, di riduzione della qualità di vita, ma anche di mortalità associata a trapianto. Per ogni specifico paziente, allo scopo di individuare la miglior strategia terapeutica, il trapiantologo deve mettere sul piatto della bilancia il rischio di mortalità associata alla progressione della malattia in assenza di trapianto e quello dovuto alle possibili complicanze trapiantologiche, sia conseguenti alle tossicità extra ematologiche associate alla terapia di condizionamento, sia di tipo infettivologico, sia - nel caso del trapianto allogenico - di tipo immunologico, ovviamente considerando anche il rischio di recidiva e/o progressione della malattia nonostante il trapianto. L’analisi ragionata dei pro e dei contro associati alla procedura trapiantologica e alla tipologia di trapianto proposta dovrà naturalmente essere condivisa con il paziente, al fine di permetterne la comprensione ed il coinvolgimento, sulla base di colloqui personalizzati in relazione alle specifiche esigenze. Nel corso degli anni, la necessità di valutare in modo più omogeneo i risultati dell’attività trapiantologica, in particolare nel setting allogenico, ha portato allo sviluppo di diversi score prognostici finalizzati alla stima delle probabilità degli outcomes trapiantologici sulla base delle caratteristiche della malattia ematologica, dall’età del paziente, dalle caratteristiche del donatore e dalle patologie del paziente preesistenti alla diagnosi ematologica o intercorse durante il trattamento della stessa. Tali score prognostici, tuttavia, più che per decidere in modo dicotomico se indirizzare o meno a trapianto uno specifico paziente, devono essere applicati per la scelta del regime di condizionamento e della sua intensità, del tipo di profilassi della GvHD e per la scelta della tipologia di donatore. Keywords: eleggibilità a trapianto; rischio trapiantologico, score prognostici 1. Comorbidità La comorbidità, come definito da Feinstei [1], è rappresentata da qualsiasi distinta entità clinica presente prima della diagnosi di una determinata malattia (nel nostro caso ematologica) o che si è sviluppata durante il decorso clinico della stessa. In pazienti con neoplasie molti studi hanno dimostrato la rilevanza delle comorbidità sulla prognosi [2]. Per identificare tali comorbidità è necessario procedere a un’accurata anamnesi del paziente, sia fisiologica che patologica, e all’esecuzione 1. Aspetti Generali

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