591 americana per la diversa organizzazione sanitaria, ma anche all’interno dell’Europa il coinvolgimento della farmacia nel programma trapianto è stato ampiamente riconosciuto e il suo ruolo è stato riconosciuto all’interno del FACT-JACIE[3]. Inoltre dall’Aprile 2018, all’interno dell’European Society Blood and Bone Marrow Transplantation (EBMT) meeting annuale si è formato un consenso di esperti farmacisti il cui ruolo è quello di stabilire, strutturare e dare sviluppo ad attività scientifiche e didattiche sia relative alla figura del farmacista clinico che del farmacologo con interesse al TCSE e all’introduzione dei nuovi approcci di terapia cellulare[4]. All’interno del FACT JACIE [3] i requisiti richiesti attualmente per la figura del farmacista sono i seguenti: avere un minimo di 10 ore all’anno di attività educazionale relativa al TCSE, avere una procedura operativa standard che regolamenta la sua attività e che fa parte della documentazione del programma trapianto e, non ultimo, essere un organico di figure di farmacisti adeguato alla gestione delle terapie e alle problematiche che possono insorgere nei pazienti sottoposti a trapianto. Mentre negli USA specifici training o licenze per farmacisti clinici e farmacologi rappresentano una realtà, in Europa gli investimenti su questo aspetto sono al momento ancora non ottimali e quindi lo sforzo deve essere orientato a creare competenze specifiche, incrementare l’interazione tra il farmacista clinico e l’unità clinica, incrementare le figure dei farmacisti clinici e dei farmacologi nelle realtà dei programmi trapianto. 2. Ruoli e competenze del farmacista 2.1 Ruolo del farmacista nella cura del paziente L’interazione tra la figura del farmacista clinico (FC) e il team che lavora sull’assistenza del paziente dovrebbe iniziare già nella fase di preparazione al trapianto con la condivisione della programmazione dei ricoveri al fine condividere la disponibilità dei farmaci, i tempi di somministrazione, i dosaggi e le loro modifiche in pazienti con specifiche comorbilità. La preparazione della chemioterapia somministrata nel regime di condizionamento dovrebbe essere sempre centralizzata, così come la preparazione degli anticorpi policlonali (siero anti-linfocitario) e monoclonali (rituximab, anti CD52 e altri) al fine di creare un’uniforme, controllata e appropriata preparazione di suddetti farmaci [5-8]. La prescrizione deve essere condotta utilizzando sistemi informatici che permettono di prescrivere al medico autorizzato, di avere in tempo reale la prescrizione in farmacia, di controllare e firmare l’arrivo in reparto e la somministrazione da parte del personale infermieristico dopo adeguato controllo da parte del medico responsabile del paziente. Il FC deve essere informato da parte del clinico (medico o infermiere) sulla comparsa di eventuali problematiche legate all’infusione del farmaco, così come su ogni evento avverso che può insorgere durante o dopo la somministrazione del farmaco e che non sia contemplato tra gli effetti maggiori del farmaco stesso. Il FC dovrebbe essere preparazione coinvolto anche nell’allestimento della nutrizione parenterale del paziente al fine di rendere la preparazione omogenea ma individualizzata sui bisogni del paziente e quindi collaborare al miglioramento dello stato nutrizionale dello stesso. Al fine il farmacista ha il ruolo di fornire a domicilio la terapia di cui ha necessità il paziente, incluse le preparazioni galeniche magistrali e stessi monitorando l’aderenza alla terapia prescritta dal medico e l’outcome del paziente[4]. Un altro importante ruolo del farmacista è il monitoraggio degli eventi avversi dei farmaci somministrati, la comunicazione al clinico di possibili interazioni tra i farmaci prescritti e il controllo sull’appropriatezza di utilizzo delle terapie antibiotiche al fine di ridurre l’incidenza di un uso indiscriminato che porterebbe allo sviluppo di ceppi multiresistenti[4]. Il FC è parte integrante del team multidisciplinare che gestisce la CAR-T terapia, il team vede la presenza di ematologo, trapiantologo, intensivista, neurologo in relazione alle possibili complicanze che possono insorgere dopo infusione delle CAR T (cytokine release syndrome, CRS; e immune effector cell-associated neurotoxicity syndrome, ICANS). Il farmacista si occupa oltre alla preparazione della chemioterapia per la linfodeplezione del paziente anche della ricezione e della conservazione del cellulare CAR-T. Al ricevimento delle CAR T sia il FC che l’ematologo devono eseguire il doppio controllo relativo a: integrità dell'imballaggio, mantenimento della corretta temperatura durante il trasporto, integrità delle sacche per infusione, identificazione del prodotto ed etichettatura. Terminato il controllo il farmacista conferma che il prodotto ricevuto è conforme a quanto previsto ed è responsabile della corretta conservazione; la temperatura di conservazione delle CAR T deve essere continuativamente monitorata mediante un sistema di allarmi. Insieme al prodotto cellulare il farmacista disporrà anche di tutta la documentazione includente i documenti di ricezione, certificati di analisi, e di rilascio da parte della farmacia quando il prodotto verrà richiesto[9]. La Tabella 1 riporta il ruolo del farmacista nel programma trapianto. 2.2 Ruolo del farmacista nella qualità e nella ricerca Nella FACT-JACIE[3] è richiesto che il farmacista abbia, per fare parte del programma trapianto, conoscenza di alcune delle problematiche principali che riguardano le terapie del paziente trapiantato: la terapia cellulare, le reazioni avverse ai farmaci, il monitoraggio delle terapie, le possibili interazioni tra i farmaci e le modifiche da attuare in caso di comorbilità. Il farmacista inoltre deve ricevere un training di almeno 10 ore /annuali nell’ambito delle terapie cellulari e deve essere incluso nella preparazione e mantenimento dell’accreditamento JACIE. Il ruolo del farmacista riguarda anche il coinvolgimento in trial clinici, nell’ambito dei quali è responsabile del farmaco sperimentale per ricezione, conservazione, allestimento e dispensazione (in particolare per studi di Fase 1 che devono essere preparati e conservati in farmacia secondo specifiche procedure e forniti personalmente al principal investigator). Infine il farmacista partecipa, insieme al clinico, a discussioni multidisciplinari finalizzate all’approvazione della somministrazione di farmaci off label (per indicazione, età, posologia). 8. Miscellanea
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