590 8.1 Il ruolo del farmacista nel processo del trapianto Maura Faraci1*, Valentina Iurilli2 1Hematopoietic Stem Cell Unit -Department of Hemato-Oncology; IRCSS Istituto Giannina Gaslini, Genova, Italy 2Hospital Pharmacy, Department of Sanitary Direction; IRCSS Istituto Giannina Gaslini, Genova, Italy Email address: maurafaraci@gaslini.org (Maura Faraci1), valentinaiurilli@gaslini.org (Valentina Iurilli,2) *Corresponding author Abstract: Il ruolo del farmacista all’interno del programma trapianto è essenziale, ma il suo formale riconoscimento è piuttosto recente e solo nel 2018 all’interno dell’European Society of Blood and Bone Marrow Transplantation (EBMT) si è costituto un gruppo di farmacisti con particolare interesse al trapianto di cellule staminali. In questo capitolo dell’Handbook GITMO si vuole meglio definire il ruolo del farmacista che non è solo quello di fornire supporto al clinico ma avere una propria identità con alcuni compiti mandatori e altri facoltativi. Tra i compiti mandatori quello maggiormente riconosciuti sono: la gestione dei farmaci, l’informazione sulle loro interazioni, l’attività educativa al paziente orientata alla migliore gestione delle terapie, l’inserimento nel processo di qualità del programma trapianto e la continua interazione con le figure professionali in assistenza. Inoltre viene esaminato il ruolo del farmacista nella gestione farmaco economica e il coinvolgimento nei trials di ricerca clinica. Il potenziamento della figura del farmacista sia qualitativamente, attraverso un’adeguata preparazione, che quantitativamente, attraverso un maggior numero dei farmacisti clinici operativi in questo settore rappresentano gli obiettivi di un sostanziale miglioramento. Keyword: farmacista clinico, FACT-JACIE, programma trapianto 1. Introduzione Il trapianto di cellule staminali (TCSE) è un complesso processo dove l’approccio terapeutico sia prima che durante il trapianto include l’utilizzo di farmaci chemioterapici, antibiotici, antivirali, immunosoppressori, anticorpi policlonali e monoclonali, radioterapia e terapia cellulare. Il ruolo del farmacista pertanto è centrale in questo processo non solo nell’attività di allestimento e segnalazione degli eventi avversi, ma come figura di confronto e condivisione con le figure professionali (personale medico e infermieristico) impegnato nell’assistenza di questi pazienti. Il riconoscimento del farmacista come parte integrante del programma trapianto risale al 2016 quando all’interno dell’American Society for Blood and Marrow Transplantation (ASBMT), si costituì un gruppo di lavoro che definì il farmacista clinico come parte integrante del team multidisciplinare del TCSE [1][2]. Tale professione deve possedere specifiche competenze, capacità di ottimizzare le terapie sia in senso qualitativo che economico, cooperare con le figure assistenziali nella scelta delle condotte terapeutiche e nel monitoraggio di farmaci che richiedono dosaggio plasmatico (come la ciclosporina, busulfano, sirolimus), nella definizione di alcuni farmaci o trattamenti di supporto come la nutrizione parenterale, le terapie antiipertensive, nella ottimizzazione delle terapie per la Graft versus Host Disease (GvHD), nella definizione del piano vaccinale post trapianto e non da ultimo nella transition dal ricovero alla home care con la pianificazione delle terapie domiciliari, incluse le valutazioni delle interazioni tra vari farmaci, il piano educazionale per pazienti o genitori e il monitoraggio degli outcome. La realtà Europea è decisamente diversa da quella
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