Handbook_Volume III

557 7. Oltre il Trapianto grado: 37-93%, G3/4: 1-23%) [11, 12, 13]. La CRS si manifesta con febbre accompagnata da sintomi generali come malessere, cefalea, artralgia, anoressia, affaticamento e può evolvere rapidamente verso ipossia, tachipnea, tachicardia, ipotensione, aritmia, culminante in stato di shock con disfunzione cardiorespiratoria ed exitus. Sebbene la diagnosi di CRS non possa essere stabilita o esclusa da esami di laboratorio diagnostico, alcuni marcatori possono essere utilizzati per monitorare la disfunzione d'organo. Sintomi della CRS e i risultati di laboratorio possono orientare verso un’infezione; pertanto, il workup clinico e il trattamento anti-infettivo sono di primaria importanza. Altre diagnosi differenziali rilevanti includono: sindrome da lisi tumorale e progressione della neoplasia sottostante. La predizione della CRS in un singolo paziente non è possibile. Tuttavia, alcuni fattori quali l'elevato carico tumorale e la dose di cellule CAR-T, sembrano essere associati ad un rischio più elevato di CRS. I pazienti che ricevono cellule CAR-T devono essere monitorati continuamente a regolari intervalli per la funzione cardiovascolare e la temperatura. Il primo segno di CRS è la febbre. La CRS lieve (G1) può essere gestita in modo conservativo. Tutti i gradi superiori richiedono monitoraggio e intervento intensivi. Uso precoce di tocilizumab e, in alcuni casi, steroidi è ora raccomandato (Figura 1) [27]. Tocilizumab è approvato dall'EMA e dalla FDA per il trattamento della CRS. In contrasto con gli studi clinici iniziali, brevi cicli di steroidi non sembrano avere effetti dannosi sull'espansione e sulla sopravvivenza delle cellule CAR-T o sull'esito clinico. Poiché la CRS non può essere differenziata in modo decisivo dall'infezione, la maggior parte dei centri somministra un trattamento antibiotico in caso di febbre neutropenica. Tuttavia, l'uso di fattori di crescita durante le prime settimane dovrebbe essere limitato e il GM-CSF deve essere evitato per il rischio di esacerbazione della CRS. 6.2. Linfoistiocitosi Emofagocitica secondaria o reattiva (sHLH/MAS) La linfoistiocitosi emofagocitica secondaria o reattiva (sHLH/MAS) è una sindrome da iper-infiammazione che si verifica nel contesto dell'allo-HCT, neoplasie ematologiche, infezioni e malattie reumatiche o autoimmuni ed è caratterizzata da macrofagi e linfociti iperattivi, emofagocitosi, e danno multiorgano [28, 29, 30]. I criteri diagnostici proposti sono riassunti nella figura 2. La gestione di sHLH segue generalmente algoritmi simili a quelli per CRS grave. In pazienti con sHLH il trattamento può seguire il quadro di gestione proposto da Mehta et al. [31], con un ruolo chiave per l’inibizione di IL1 con Anakinra. Figura 1. Classificazione e terapia della CRS

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