Handbook_Volume III

548 7.1 Infusione dei linfociti del donatore (DLI) Gabriele Facchin1, Marta Lisa Battista1, Francesca Patriarca1* 1Clinica Ematologica e Unità di Terapie Cellulari, Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (ASUFC), Dipartimento di Area Medica (DAME), Università degli Studi di Udine, Udine, Italia Email address: gabriele.facchin@asufc.sanita.fvg.it (Gabriele Facchin), martalisa.battista@asufc.sanita.fvg.it (Marta Lisa Battista), francesca.patriarca@asufc.sanita.fvg.it (Francesca Patriarca) *Corresponding author Abstract: L’infusione di linfociti del donatore (DLI) rappresenta una forma di immunoterapia finalizzata ad incrementare l’attività di Graft-versus-leukemia o graft-versus-tumour (GVL) dopo il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche. Tale terapia può essere utilizzata in caso di ricaduta ematologica, perdita del chimerismo, persistenza o ricomparsa della malattia minima residua oppure a scopo profilattico nella malattia ad alto rischio. Sebbene i primi studi siano stati condotti sulla leucemia mieloide cronica, oggi la patologia in cui viene maggiormente utilizzata l’infusione di DLI post-trapianto è la leucemia acuta mieloide. I linfociti possono essere raccolti da donatore familiare HLA compatibile, da donatore da registro oppure da donatore familiare aploidentico. La somministrazione di più infusioni frazionate a dosi crescenti (“escalating schedule”) rappresenta la modalità di trattamento più comunemente usata, con dosi di linfociti variabili in base all’indicazione e alla compatibilità HLA. L’effetto immunoterapico di GVL delle DLI può essere potenziato con la combinazione di altri regimi terapeutici (chemioterapia, demetilanti, farmaci target, ecc) oppure utilizzando DLI manipolate. Le principali complicanze che possono insorgere dopo terapia con DLI sono rappresentate dalla GVHD acuta e cronica (5-30% in forma severa), infezioni, citopenie fino a rari quadri di aplasia midollare secondaria. Keywords: infusione dei linfociti del donatore (DLI), graft-versus-host-disease (GVHD), recidiva post-trapianto, malattia minima residua, chimerismo misto 1. Introduzione L’infusione dei linfociti del donatore (DLI) è una forma di immunoterapia che ha l’obiettivo di aumentare la risposta immunologica (graft-versus-leukemia o graft-versus-tumour) dopo il trapianto allogenico sia mieloablativo che a ridotta intensità. Le prime esperienze cliniche sono state riportate nella leucemia mieloide cronica, dove, in caso di ricaduta citogenetica o molecolare, l’infusione di DLI riportava la remissione completa nella maggioranza dei pazienti [1-2]. Un tasso inferiore di successo si è ottenuto nelle leucemie acute e in particolare nella leucemia linfoblastica acuta [3-4]. Inoltre, la somministrazione di DLI si associa ad un rischio di complicazioni, come la “graft-versus-host-disease” (GVHD), le citopenie, le infezioni e l’aplasia midollare, che possono essere causa di mortalità correlata alla procedura nel 10-20% dei pazienti trattati [5-7]. 2. Indicazioni all’uso delle DLI Le DLI possono essere somministrate in caso di ricaduta clinica della malattia ematologica per cui era stato eseguito il trapianto, oppure possono essere infuse per prevenire una ricaduta clinica conclamata (terapia “pre-emptive”). Le due principali situazioni cliniche di uso “pre-emptive” delle DLI sono: il chimerismo misto

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