534 produrre risultati positivi. Per i pazienti giovani possono aiutare il sostegno della comunità, ritiri e programmi sociali. [1] 3.1. Informazioni da dare alla dimissione Elenchiamo di seguito alcune informazioni importanti da dare al paziente al momento della dimissione [2] [4]: 1. È opportuno l’uso del profilattico o dighe vaginali, in quanto si possono trasmettere alcune infezioni virali o batteriche per via genitale. Sono molto frequenti dopo il trapianto le infezioni vaginali, soprattutto legate all’uso di antibiotici e cortisonici: è possibile sviluppare prurito e secrezioni biancastre, dense, tipiche di un processo infettivo accompagnate da dolore durante il rapporto sessuale. L’attività sessuale va eseguita con protezione fino a che il paziente non abbia sviluppato un numero di neutrofili adeguato; per maggiore sicurezza il paziente dovrebbe discutere con il medico di riferimento circa l’opportunità di avere rapporti non protetti. È possibile limitare l’insorgenza di infezioni vestendo pantaloni non troppo aderenti, usando biancheria intima di tessuti in fibra naturale. Dietro indicazione medica è possibile utilizzare creme vaginali ed ovuli per trattare le vaginiti o lubrificanti per ridurre il disagio. Occorre inoltre educare i pazienti a prendere atto dei rischi connessi ad una eventuale gravidanza durante il trattamento e nelle fasi immediatamente successive. Ed infine della possibilità, seppur remota, di nuocere al partner, durante rapporti sessuali non protetti nelle fasi attive della terapia antineoplastica, a causa dello scambio di fluidi corporei che potrebbero contenere metaboliti dei farmaci impiegati. 2. Il sesso anale può comportare un rischio elevato di emorragie, lesioni e infezioni. Vale quindi la regola di utilizzare sempre i profilattici e lubrificanti, e valutare seriamente se rinunciarvi temporaneamente, specie durante i periodi di neutropenia o piastrinopenia. Discorso analogo per il sesso orale. 3. È ovviamente opportuno mantenere un’accurata igiene degli organi genitali prima e dopo i rapporti. Nelle donne trapiantate, in particolare, per la vicinanza della vagina con l’uretra e l’intestino retto, i rischi infettivi sono in generale maggiori. È opportuno che si adottino le stesse regole consigliate anche al di fuori del trapianto, svuotare la vescica prima e dopo il rapporto sessuale, oltre ad effettuare come sempre la toilette dei genitali con movimenti in senso antero-posteriore. 4. Capita che il paziente si senta poco desiderabile per i cambiamenti che il corpo ha subito a seguito del trattamento o che abbia difficoltà per perdita di funzionalità (erezione nell’uomo, dolore vaginale nella donna). Si consiglia di riprendere gradatamente l’attività sessuale, iniziando dal guardare, toccare e accarezzare, prima da soli e poi con il partner, parti del corpo che possono essere state modificate dal trattamento. 5. Si consiglia l’uso dello specchio per controllare i genitali in caso di problemi. 6. È opportuno che il paziente comunichi gli stati d’ansia e la paura al proprio partner e che quest’ ultimo sia presente alle visite di controllo, per chiarire eventuali dubbi e domande. 7. È opportuno parlare con il medico dei problemi sessuali. Durante il colloquio non è necessario che il paziente usi termini scientifici, è sufficiente che esponga in maniera semplice le sue perplessità. Il medico può prescrivere farmaci o dispositivi che aiutino a migliorare l’erezione; per le donne può essere utile, nel caso di secchezza vaginale, usare una crema lubrificante e/o idratante, per rendere l’attività sessuale più confortevole. Il canale vaginale, a causa della GvHD, può diventare stenotico, per questo si consiglia a scopo preventivo, l’uso di dilatatori e gli esercizi di Kegel in aggiunta al lubrificante per mantenere l’elasticità della parete vaginale e dei muscoli pelvici. 8. Si possono assumere farmaci per il dolore o la nausea da 30 a 60 minuti prima dell’intimità, ma occorre fare attenzione, perché alcuni di questi farmaci possono interferire con le prestazioni sessuali. Occorre chiedere al medico quali interferiscono, se ci sono alternative o diverse opzioni di dosaggio. 9. È possibile fare una doccia o un bagno caldo per aiutare a rilassare il corpo prima dei rapporti. Se il paziente si sente molto stanco è consigliabile fare un pisolino prima del rapporto. È comunque importante prendersi tutto il tempo che si desidera per appezzare e godere della reciproca intimità. 10. Per ridurre la stanchezza, i pazienti e i loro partners, possono utilizzare posizioni confortevoli per l’attività sessuale aiutandosi anche con cuscini per un maggiore confort. 11. Nell’uomo il vero e proprio «organo del piacere» è il centro sessuale situato nel diencefalo. Con l’orgasmo gli impulsi nervosi vengono inviati dal pene e dalle altre zone erogene al cervello; il cervello li decodifica quali sensazioni di piacere. I nervi che scatenano la sensazione di piacere nel cervello vengono anche chiamati nervi «sensibili». Si distinguono fondamentalmente dai nervi che inviano impulsi dal cervello al pene e che controllano così l’erezione. In conclusione: anche gli uomini che non possono più avere un’erezione possono, nella maggior parte dei casi, provare ancora piacere e raggiungere un orgasmo. È possibile anche utilizzare farmaci per la disfunzione erettile ma, il loro uso deve essere valutato attentamente dal medico (visita cardiologica, tasso di colesterolo, trigliceridi, PSA, presenza di diabete o ipertensione) 12. consigliare un supporto psicosessuale a entrambi i partners, in grado di fornire suggerimenti pratici che aiutino la coppia a superare questa difficile prova, può essere utile per mantenere una soddisfacente intimità. 3.1.2. Falsi miti Gli infermieri dovrebbero inoltre agire sulle false convinzioni che i pazienti possono sviluppare sulla sessualità dopo il trapianto. • La malattia onco-ematologica in nessun modo è trasmissibile al partner attraverso i rapporti sessuali: alcune persone possono vivere un senso di colpa rispetto alle precedenti attività sessuali ritenute responsabili di aver provocato il cancro, oppure credere che l’attività sessuale possa provocare una ricomparsa della malattia. Tutto questo non ha nessuna base medico-scientifica. [7] • La radioterapia non comporta la possibilità di cedere radiazioni al partner. • I farmaci chemioterapici usati per il trattamento si tro-
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