53 1. Aspetti Generali 1.6 Fonti di progenitori emopoietici Aurora Vassanelli1* 1UOC Medicina Trasfusionale, Medico Responsabile US Banca Cellule e Tessuti, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona Email address: aurora.vassanelli@aovr.veneto.it *Corresponding author Abstract: L'emopoiesi ha luogo principalmente nel midollo osseo, che fin dall'inizio degli anni '60 è stata la prima fonte di cellule staminali emopoietiche (CSE) per l’impiego clinico a scopo di trapianto. Alla fine del 1988 è stato utilizzato con successo ai fini di trapianto il sangue del cordone ombelicale, che si dimostrava una fonte alternativa di CSE. Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ‘90 con la dimostrazione che le CSE potevano essere rilevate anche nel sangue periferico dopo somministrazione di chemioterapia e fattore di crescita emopoietico, si apriva la nuova opportunità di prelevare dal sangue periferico la quantità di CSE utilizzabili per trapianto. Tutt’ora queste tre sono le fonti di CSE. Le cellule staminali midollari sono prelevate dal bacino, dove il midollo osseo è molto abbondante, facilmente accessibile e lontano da organi vitali, in quantità non superiore ai 20 ml/kg di peso del donatore. Se il volume prelevato supera il 15% della volemia è opportuno prevedere sedute di predeposito per autotrasfusione nelle 2-3 settimane precedenti il prelievo. In rare circostanze si ricorre alla trasfusione di sangue omologo (in particolare nel donatore pediatrico), assegnando concentrati eritrocitari compatibilizzati, filtrati ed irradiati. Nel sangue periferico la percentuale di cellule CD34+ è bassa; la loro mobilizzazione dal midollo al sangue periferico avviene dopo somministrazione di chemioterapia o fattore di crescita e sono raccolte utilizzando separatori cellulari. La procedura generalmente ha una durata di 3-4 ore, richiede il reperimento di due accessi vascolari, prevede un volume extracorporeo (160-250 ml) che nell’adulto è solitamente ben tollerato, ma che può diventare critico nel paziente pediatrico a basso peso e prevede infusione di elevati volumi di soluzione anticoagulante (ACD-A). Questa è la causa di ipocalcemia sintomatica, la più frequente degli effetti collaterali associati alla procedura di raccolta di CSE periferiche, che deve essere gestita con un approccio specifico nell’adulto e nel bambino. L’inadeguatezza dell’accesso vascolare rappresenta la seconda causa di effetti collaterali legati alle procedure aferetiche, che il centro deve saper gestire. La donazione del sangue cordonale avviene presso Punti Nascita qualificati afferenti a Banche del Sangue Cordonale pubbliche, appartenenti alla Rete Nazionale delle Banche. Il sangue cordonale viene raccolto senza interferire con il fisiologico svolgimento del parto, in occasione di parti spontanei a termine non complicati e nei parti cesarei eseguiti in elezione, da mamme che abbiano manifestato prima del travaglio la volontà di donare il sangue cordonale firmando un apposito consenso, previa valutazione della storia sanitaria personale e familiare sua e del padre biologico del nascituro. Aspetti importanti nell’assistenza infermieristica alla donazione di CSE sono l’accoglimento del donatore presso il Centro di Raccolta, la gestione dell’età, del peso, dell’accesso vascolare, di eventuali comorbidità e del supporto offerto al donatore in relazione all’esito della donazione e all’esito del trapianto. Keywords: Cellule staminali emopoietiche, fonti di cellule staminali, sangue midollare, sangue periferico, sangue cordonale, trapianto di cellule staminali, staminoaferesi, ACD-A
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