Handbook_Volume III

507 a cellule squamose della cervice uterina nelle pazienti sottoposti a TCSE ha un rischio di 13 volte superiore rispetto alla popolazione generale [24]. Le attuali linee guida raccomandano di eseguire visite ginecologiche annuali (nel caso di pazienti pediatrici coinvolgere ginecologi pediatrici) che includano l’esecuzione di esame citologico cervicale, con la necessità di eseguire colposcopia e biopsia in caso di lesioni sospette [25], [26]. Deve essere inoltre eseguito un monitoraggio riguardante la sintomatologia di infezioni da Candida, Herpes Simplex Virus (HSV) e Papilloma Virus umano (HPV) poiché le pazienti possono presentare queste infezioni a causa dell’assunzione prolungata di farmaci immunosoppressori. Il vaccino per HPV è raccomandato in letteratura [27]–[29], ma con un basso grado di raccomandazione (da B II a C III) a causa della limitata presenza di dati per i pazienti sottoposti a TCSE [17] e soprattutto nei pazienti affetti da GvHD genitale [30]. Nelle donne sottoposte a TCSE quasi il 40% può presentare un'infezione genitale nel follow-up a lungo termine. L’ infezione da HPV è spesso associata allo sviluppo di neoplasie secondarie come i tumori delle cellule squamose e il cancro alla cervice. Questo rischio conferma la necessità di eseguire valutazioni ginecologiche periodiche durante il follow-up post TCSE, comprensivo di esame citologico cervicale e Pap-test annuale come misura di prevenzione per lo sviluppo di tumori secondari HPV-correlati e come strumento di diagnosi precoce della cGvHD genitale [26]. Gli operatori sanitari e i pazienti sono spesso riluttanti a discutere di problemi sessuali. L'uso di questionari standardizzati, associato alla valutazione della funzione gonadica potrebbe aiutare a diagnosticare tempestivamente le disfunzioni sessuali. Dalla letteratura è raccomandato che i professionisti sanitari indaghino riguardo l’attività sessuale con i pazienti a 6 mesi, a 1 anno e successivamente almeno una volta all’anno al fine di poter identificare precocemente problematiche rilevanti riguardanti l’intimità e la sfera sessuale [26]. Si dovrebbe, inoltre prestare particolare attenzione ai fattori di rischio come, per esempio, l’ipogonadismo o i sintomi associati a GvHD uro-genitale in modo da poter richiedere la consulenza di specialisti come ginecologi o urologi. Anche nel caso di pazienti di sesso maschile che assumono terapia per la disfunzione erettile o nel caso di terapia ormonale sostitutiva nelle donne per la probabile insorgenza di menopausa, è opportuno ricorrere al consulto di specialisti [17]. 5. Conclusioni La cGvHD genitale rimane una complicanza tardiva post trapianto poco conosciuta e sottostimata nelle donne e soprattutto negli uomini. Durante il follow-up è consigliato indagare sui sintomi urinari e sulla attività sessuale al fine di poter identificare i pazienti, sia uomini che donne, a rischio per la cGvHD genitale e facilitarne così il trattamento. I soggetti affetti da cGvHD del cavo orale possono essere sottoposti preventivamente a visite di controllo poiché maggiormente a rischio di presentare cGvHD genitale. Nelle donne la valutazione e la gestione in stretta collaborazione con un ginecologo esperto in GvHD o in malattie infiammatorie dell’apparato genitale è di fondamentale importanza per la diagnosi e il trattamento della cGvHD genitale. Per gli uomini, è da considerare il coinvolgimento di specialisti dermatologi o urologi nel caso di sospetta cGvHD dell’apparato genitale. Queste azioni possono migliorare in maniera significativa la qualità della vita dei pazienti e la morbilità dovuta a complicanze tardive e a sviluppi di tumori secondari. L’accrescimento delle conoscenze e della sensibilizzazione sulla cGvHD in letteratura ci può aiutare a sviluppare nuove strategie per prevenire e trattare i suoi effetti a lungo termine. 6. Complicanze tardive

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