Handbook_Volume III

491 6. Complicanze tardive alterazione del gusto e inappetenza con conseguente riduzione dell’apporto calorico e proteico [2]. In presenza di uno o più segni e sintomi, i pazienti presentano una riduzione del benessere fisico, sociale, psicologico e quindi della qualità di vita. 2. Iter diagnostico La valutazione clinica iniziale deve comprendere un’approfondita anamnesi dei sintomi gastrointestinali interrogando il paziente circa la frequenza delle scariche (quante nelle 24 ore, colore, la presenza di diarrea sanguinolenta e l’eventuale analisi delle colture fecali), l’apporto nutrizionale quotidiano (che consente di calcolare l’eventuale calo ponderale), la presenza di dolore addominale o al cavo orale (vedi tabella 2) [2]. Pertanto, nella valutazione completa del paziente con sospetta cGVHD, grazie anche al supporto del caregiver, sarà importante calcolare il grado di coinvolgimento del tratto gastrointestinale utilizzando lo score NIH della cGVHD (vedi tabella 3). Sarà importante eseguire emocromo, esami ematochimici (comprendenti anche gli elettroliti e coprocolture allargate per ricerca di batteri, virus (adenovirus e rotavirus), clostridium difficile, funghi e parassiti. Per confermare il sospetto diagnostico di cGVHD coinvolgente il tratto gastroenterico è opportuno eseguire un’esofago-gastro-duodeno-scopia (EGDS), qualora ci siano sintomi relativi al tratto gastro-intestinale superiore, oppure una pan-colonscopia in presenza di diarrea profusa. Durante queste indagini endoscopiche l’esecuzione di numerose biopsie può permettere la conferma dell’eventuale cGVHD, permettendo di fare diagnosi differenziale da altre cause che possono avere una sintomatologia sovrapponibile, quali infezioni (es. da Clostridium difficile, riattivazione del Citomegalovirus, Herpes Simplex), danno da farmaci (come quelle indotte da micofenolato mofetile), tossicità da chemioterapia, diarrea infiammatoria, sindrome dell’intestino corto, malattia da reflusso gastroesofageo, neoplasie e malattie sistemiche (es. diabete mellito)[1]. Non è semplice fare diagnosi di cGVHD a livello intestinale in quanto talvolta le cause della sintomatologia sono molteplici. Nella gestione della cGVHD è necessario che vengano segnalati tempestivamente i sintomi attribuiti alla cGVHD in quanto il trattamento precoce può aiutare a ridurre la gravità, controllare la malattia e/o evitare l’ospedalizzazione. Per tale motivo è utile educare l’utente e il caregiver all’autovalutazione dei segni e sintomi fornendo corrette informazioni in merito alla gestione di questa complicanza al fine di migliorare la propria qualità di vita [6]. È fondamentale un approccio diagnostico-terapeutico completo che coinvolga team multidisciplinari che si concentrino sulla personalizzazione del trattamento in base alle specifiche manifestazioni. Il backlose terapeutico prevede di avviare terapia steroidea per OS/ IV. Importante anche la gestione del dolore addominale e degli eventuali sanguinamenti associati che talvolta GVHD Comparsa rispetto al TCSE Segni di aGVHD Segni di cGVHD (diagnostici/ distintivi) Acuta classica Acuta persistente, ricorrente, tardiva Cronica classica Overlap (acuta su cronica) Assenti Entro 100 giorni Presenti Oltre i 100 giorni Assenti Presenti Sempre dopo il trapianto Assenti Presenti Sempre dopo il trapianto Assenti Presenti Tabella 1. Classificazione della GVHD secondo NIH (2017) Tabella 2. NIH cGVHD Oral Mucosal Score Tabella 3. Segni distributivi di coinvolgimento GI della cGVHD

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