Handbook_Volume III

474 6.2.1 Fototerapia e fotoaferesi: UVA, P-UVA, UVB, NB-UVB, ECP Attilio Olivieri1*, Camilla Elena Magi2 1Clinica Ematologica, Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona e Università Politecnica delle Marche, Ancona 2Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Bologna Email address: a.olivieri@univpm.it* *Corresponding author Abstract: la Graft Versus Host Disease cronica richiede generalmente un approccio multidisciplinare a causa delle frequenti localizzazioni multiorgano ed alle complicanze correlate. Nell’ambito delle manifestazioni cutanee la fototerapia e la fotoferesi svolgono un ruolo primario in qualità di “skin directed therapy” grazie all’uso di differenti tipologie di radiazioni ultraviolette: Ultraviolet A, Psoralen Ultraviolet A (in associazione con un farmaco fotosensibilizzante psoralene), Ultraviolet B, Narrowband Ultraviolet B. La fotoaferesi extracorporea (ECP), invece, espleta la sua funzione immunomodulatoria mediante il trattamento extracorporeo delle cellule mononucleate del paziente, prelevate mediante separatore cellulare, incubate con un farmaco fotosensibilizzante (metossipsoralene) e successivamente esposte a irradiazione con UV, prima di essere reinfuse al paziente. Questo trattamento induce una apoptosi nelle cellule reinfuse, che generano a loro volta una serie complessa di azioni immunomodulanti in vivo, tra le quali la generazione di cellule dendritiche con funzione tollerogenica, uno shift citochinico, con la soppressione delle citochine infiammatorie (TNF alfa e IL17) ed aumento di citochine antiinfiammatorie (IL4 e IL10), promuovendo l’espansione di cellule T regolatorie che svolgono un’azione inibente nei confronti dei linfociti alloreattivi. Nonostante gli effetti collaterali e le complicanze legati a queste “skin directed therapies” siano piuttosto rari, in entrambi i casi è necessaria una attenta valutazione del paziente prima, durante e dopo ogni trattamento, con particolare riguardo alla cute, ma anche ai parametri vitali ed ai parametri emocitometrici nel corso di ECP. Per questo ultimo trattamento l’accesso vascolare riveste particolare importanza affinchè vengano minimizzati i rischi ed ottimizzata la compliance del paziente, che potrà richiedere: un accesso venoso periferico o centrale ad inserzione periferica oppure un accesso venoso centrale ad inserzione centrale. Keywords: fotoaferesi, fototerapia, GVHD cronica, UVA, UVA-1, P-UVA, UVB, NB-UVB, ECP 1. Introduzione La Graft versus Host Disease cronica richiede generalmente un approccio multidisciplinare [1], [2]. In questo ambito, la fototerapia e la fotoaferesi hanno un ruolo fondamentale nel trattamento delle manifestazioni cutanee della suddetta patologia. La fototerapia esercita il suo effetto terapeutico mediante radiazione ultravioletta e, nel caso della P-UVA, anche tramite un farmaco fotosensibilizzante (psoralene) somministrato per via orale o topica. La fotoaferesi extracorporea (ECP) esplica una azione immunomodulatoria a carattere pleiotropico attraverso un complesso meccanismo che prevede la generazione di cellule dendritiche tollerogeniche a seguito della reinfusione di cellule mononucleate apoptotiche dello stesso paziente. La sospensione cellulare ottenuta mediante aferesi del paziente, viene incubata con un farmaco fotosensibilizzante (metossalene) e successivamente esposta alla radiazione UVA. 2. Fototerapia Tra le diverse “skin-directed therapies”, la fototerapia

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