Handbook_Volume III

454 - Bere molta acqua, in quanto anche la disidratazione può intensificare la fatigue; - Mangiare cibi molto nutrienti, ricchi di proteine e di carboidrati complessi; è consigliabile mangiare cibi ricchi di proteine al mattino, così da incrementare la produzione di energia, mentre un piccolo pasto ricco di carboidrati a cena può aiutare la produzione di serotonina, che ha un effetto rilassante; - Aumentare il consumo di frutta, verdura e legumi, in quanto ricchi di calcio, magnesio, potassio, antiossidanti come la vitamina A e C; - Eliminare caffè, the, tabacco e alcool soprattutto nelle ore serali, in quanto possono agire come stimolanti ed interferire con il sonno; - Se necessario, chiedere al proprio medico di fiducia l’indirizzo di un nutrizionista per avere dei consigli più specifici sulla dieta da seguire; - Chiedere sempre al medico prima di assumere integratori evitando il "fai da te" in quanto alcuni integratori possono aumentare il rischio di effetti collaterali, specie se associati ad alcune terapie. Riposo, sonno Incoraggiare il paziente a mantenere un adeguato equilibrio tra sonno e veglia. Prima di andare a letto svolgere esercizi mentali pensando a cose piacevoli in modo da favorire il sonno o eseguire esercizi di rilassamento. Cercare di dormire le ore necessarie per riacquistare le forze e di svegliarsi sempre alla stessa ora. Esercizio fisico Incoraggiare il paziente a svolgere un’attività fisica (esercizi aerobici, tapis roulant, cyclette, nuoto). Chiaramente l'attività fisica deve essere correlata allo stato generale del paziente. L'attività fisica deve essere svolta con regolarità: in pratica è sufficiente un impegno fisico pari a una camminata veloce per almeno mezz'ora al giorno; man mano che ci si sentirà più in forma, però, sarà utile prolungare l'esercizio fisico fino ad un'ora o praticare uno sport. 6. Conclusioni La fatigue essendo una sindrome può essere definita una “malattia nella malattia”, quindi è necessario che l’infermiere presti attenzione al/ai sintomo/i già dalla prima visita così da poterlo/i quantificare, e ciò può avvenire solo attraverso un colloquio mirato con il paziente e il caregiver. Da tale valutazione dipenderà l’andamento della terapia in quanto una valutazione fatta con superficialità potrebbe portare ad una terapia insufficiente o ad interventi inadeguati. Attualmente non ci sono trattamenti farmacologici specificamente indicati per la fatigue. Le linee guida raccomandano l’esercizio fisico aerobico, tecniche di mindfulness, yoga ed interventi psicosociali. Gli steroidi possono essere utilizzati solo in pazienti selezionati, mentre fino ad ora, si sono dimostrati molto insoddisfacenti, l’utilizzo di farmaci psicostimolanti e antidepressivi [1,8]. La fatigue viene anche definita come la "malattia della comunicazione" in quanto spesso deriva da una mancata e/o inappropriata comunicazione tra il personale sanitario ed il paziente, il quale tende ad accettare in silenzio la presenza del sintomo, Incoraggiare il paziente a svolgere un’attività fisica (esercizi aerobici, tapis roulant, cyclette, nuoto). Chiaramente l'attività fisica deve essere correlata allo stato generale del paziente. L'attività fisica deve essere svolta con regolarità: in pratica è sufficiente un impegno fisico pari a una camminata veloce per almeno mezz'ora al giorno; man mano che ci si sentirà più in forma, però, sarà utile prolungare l'esercizio fisico fino ad un'ora o praticare uno sport. Gestione delle energie Innanzitutto è importante compilare un diario della fatigue per almeno quindici giorni, in cui si identifichi l’attività che maggiormente ha causato affaticamento e il momento della giornata in cui si è svolto questo tipo di attività. Per una buona conservazione delle energie bisogna aiutare il paziente a pianificare la giornata , programmando le attività (per esempio alternandone una più faticosa con una meno, dedicandosi alle attività che richiedono maggiore energia nei momenti in cui si ha più vigore e forza, alternando momenti di pausa di 10-15 minuti tra le varie attività per conservare l'energia), delegando ad altri, stabilendo le priorità, muovendosi lentamente, riposandosi al bisogno o facendo attività fisica per quanto possibile. Alimentazione Ricordare al paziente e al caregiver che è importante mantenere una corretta alimentazione per garantirsi un buono stato nutrizionale ed evitare una eccessiva perdita di peso. Non esiste una precisa dieta o cibi che possono essere utili in modo specifico per trattare la fatigue. Bisognerebbe comunque rispettare quelle che sono le basi di una corretta, sana e varia alimentazione, ovvero: - Bere molta acqua, in quanto anche la disidratazione può intensificare la fatigue; - Mangiare cibi molto nutrienti, ricchi di proteine e di carboidrati complessi; è consigliabile mangiare cibi ricchi di proteine al mattino, così da incrementare la produzione di energia, mentre un piccolo pasto ricco di carboidrati a cena può aiutare la produzione di serotonina, che ha un effetto rilassante; - Aumentare il consumo di frutta, verdura e legumi, in quanto ricchi di calcio, magnesio, potassio, antiossidanti come la vitamina A e C; - Eliminare caffè, the, tabacco e alcool soprattutto nelle ore serali, in quanto possono agire come stimolanti ed interferire con il sonno; - Se necessario, chiedere al proprio medico di fiducia l’indirizzo di un nutrizionista per avere dei consigli più specifici sulla dieta da seguire; - Chiedere sempre al medico prima di assumere integratori evitando il "fai da te" in quanto alcuni integratori possono aumentare il rischio di effetti collaterali, specie se associati ad alcune terapie. Riposo, sonno Incoraggiare il paziente a mantenere un adeguato equilibrio tra sonno e veglia. Prima di andare a letto svolgere esercizi mentali pensando a cose piacevoli in modo da favorire il sonno o eseguire esercizi di rilassamento. Cercare di dormire le ore necessarie per riacquistare le forze e di svegliarsi sempre alla stessa ora. Esercizio fisico Tabella 2. Consigli pratici per combattere la fatigue

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