453 5. Complicanze precoci 3.5. Interventi Dopo la fase di valutazione, le linee guida NCCN [1] delineano una serie di interventi per il miglioramento della fatigue in base allo stato clinico del paziente. Gli interventi vengono quindi distinti in tre categorie: • Interventi per i pazienti in trattamento attivo • Interventi per i pazienti dopo il trattamento • Interventi per i pazienti alla fine della vita Le specifiche relative agli interventi verranno descritte in maniera più dettagliata nel paragrafo “trattamenti”. 3.6. La rivalutazione Infine la rivalutazione permette di analizzare la reazione del paziente agli interventi e di migliorare la gestione della fatigue [27]. Poiché la CRF può insorgere in molti momenti nel corso della malattia e del trattamento del paziente, la rivalutazione continua dello stato del paziente è parte integrante di una gestione efficace e globale della fatigue [1]. 4. Trattamento Il trattamento della CRF comprende essenzialmente due approcci: • Trattamenti non farmacologici • Trattamenti farmacologici Il trattamento farmacologico comprende terapie specifiche (dette causali) e non specifiche e/o di supporto quali ad esempio Megestrolo acetato, Corticosteroidi (PDN, desametasone), Psicostimolanti (metilfenidato), Inibitori delle citochine ecc. L’NCCN infatti suggerisce di considerare gli psicostimolanti (metilfenidato) dopo aver escluso altre cause di affaticamento, trattare il dolore, lo stress emotivo e l'anemia come indicato nelle linee guida. Inoltre è di fondamentale importanza ottimizzare il trattamento delle disfunzioni del sonno, dei deficit nutrizionali e delle comorbidità. Il trattamento non farmacologico comprende: • Attività fisica: • Per mantenere un livello di attività ottimale, ponendo ovviamente particolare attenzione nel determinare il livello di attività per i pazienti con metastasi ossee, con trombocitopenia, anemia, febbre, infezioni attive ecc. considerare anche gli aspetti della sicurezza del paziente ad esempio la valutazione del rischio di cadute. • Considerare l'avvio e/o incoraggiare il mantenimento di un programma di attività fisica/esercizio fisico condiviso con il team multidisciplinare, che consiste in un allenamento di resistenza cardiovascolare (camminata, jogging o nuoto) e di resistenza (pesi). • Considerare l'invio alla riabilitazione: terapia fisica, terapia occupazionale e medicina fisica. • Yoga • Terapie a base fisica come ad esempio la massoterapia. • Interventi psicosociali: • Terapia cognitivo-comportamentale (CBT)/Terapia comportamentale (BT). • Terapie psico-educative/Terapie educative. • Terapie di supporto. • Consulenza nutrizionale • CBT per l'insonnia che viene utilizzata per il controllo degli stimoli/limitazioni del sonno/igiene del sonno. • Terapia a luce bianca brillante che consiste nell’esposizione ad una luce filtrata di intensità pari a 10.000 lux emessa da una particolare lampada. Questa terapia sfrutta la capacità naturale della luce per regolare una serie di funzioni del nostro organismo indispensabili per mantenere un buon equilibrio fisico e psicologico come il sonno, l’appetito, il tono dell’umore e il desiderio sessuale. 5. Educazione terapeutica All’interno delle competenze dell’infermiere vi è quella di condurre un’adeguata educazione terapeutica al paziente e al/ai caregiver/s. Essa è definita come un processo atto a “consentire al paziente di acquisire e mantenere abilità e competenze che lo aiutino a vivere in modo ottimale la nuova vita con la malattia”; esso mira ad aiutare anche i parenti e i caregivers nel comprendere appieno la malattia e conoscere strategie utili per aiutare il proprio caro [28]. Nella gestione della CRF il ruolo dell’infermiere è fondamentale in quanto fornisce educazione e consulenza al paziente e alla famiglia/ai caregiver sul problema fatigue spiegando la sua eziologia, le manifestazioni cliniche e su quali attività della vita quotidiana interferisce maggiormente, rassicurandoli che l'affaticamento correlato al trattamento non è necessariamente un indicatore di progressione della malattia e che è un sintomo comune nei pazienti oncologici che può essere trattato [1]. Le tematiche che vanno affrontate con il paziente e il caregiver sono riportate nella tabella 2 “Consigli pratici per combattere la fatigue” [1, 8]. Tabella 2. Consigli pratici per combattere la fatigue Gestione delle energie Innanzitutto è importante compilare un diario della fatigue per almeno quindici giorni, in cui si identifichi l’attività che maggiormente ha causato affaticamento e il momento della giornata in cui si è svolto questo tipo di attività. Per una buona conservazione delle energie bisogna aiutare il paziente a pianificare la giornata , programmando le attività (per esempio alternandone una più faticosa con una meno, dedicandosi alle attività che richiedono maggiore energia nei momenti in cui si ha più vigore e forza, alternando momenti di pausa di 1015 minuti tra le varie attività per conservare l'energia), delegando ad altri, stabilendo le priorità, muovendosi lentamente, riposandosi al bisogno o facendo attività fisica per quanto possibile. Alimentazione Ricordare al paziente e al caregiver che è importante mantenere una corretta alimentazione per garantirsi un buono stato nutrizionale ed evitare una eccessiva perdita di peso. Non esiste una precisa dieta o cibi che possono essere utili in modo specifico per trattare la fatigue. Bisognerebbe comunque rispettare quelle che sono le basi di una corretta, sana e varia alimentazione, ovvero:
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