452 di attività) e sintomi correlati al dominio fisico, emotivo e cognitivo. I sintomi devono essere persistenti o ricorrenti per un determinato periodo di tempo e devono causare un disagio significativo o una compromissione della vita sociale, lavorativa ecc. Si ritiene che i sintomi siano il risultato della malattia maligna o della sua terapia. Sono escluse dalla classificazione della CRF le comorbidità, come ad esempio un disturbo depressivo maggiore o malattie che richiedono una profilassi farmacologica e che potrebbero spiegare lo stato di affaticamento [19, 20]. 3. Standard di cura per la valutazione e la gestione della CRF Spesso tale sintomo così complesso è sottovalutato dagli operatori sanitari e non adeguatamente diagnosticato. Essendo fortemente invalidante per il paziente, tutti i pazienti affetti da patologie oncologiche/ematoncologiche dovrebbero essere sottoposti a screening per la fatigue in occasione della prima visita con l’equipe curante e, successivamente, rivalutati durante e dopo la fine delle terapie antitumorali [5]. Il processo decisionale condiviso tra il paziente con CRF e gli operatori sanitari (medici e infermieri) dovrebbe avvenire durante la diagnosi e in tutte le fasi dell'assistenza. L'operatore sanitario deve riconoscere la realtà e l'impatto dello stato di salute e dei sintomi e fornire informazioni sulle possibili cause, sulla natura e sul decorso della CRF. Inoltre deve fornire informazioni sugli interventi e sulle e strategie di gestione disponibili per il paziente, tenendo conto dell'età della persona, della gravità della sua fatigue, delle sue preferenze ed esperienze e dell'esito dei trattamenti precedenti, mediante un'attenta valutazione su base regolare [8]. 3.1. Strumenti per la valutazione Misurare la fatigue è piuttosto difficile e questo deriva dalla complessità del sintomo. In letteratura e negli studi clinici sono descritte diverse scale di valutazione utilizzate per la fatigue, e si possono raggruppare in scale unidimensionali e multidimensionali [5, 21]. Le scale unidimensionali sono le più semplici da utilizzare e quindi le più diffuse. Per la maggior parte prevedono un singolo item sulla CRF all’interno di un panel di domande volto a valutare in generale la qualità di vita; tra le più diffuse vi sono la scala del questionario EORTC QLQ-C30 o la Visual Analogue Fatigue Scale (VAFS). Esistono poi scale unidimensionali, ma multi-item, come il Brief Fatigue Inventory (BFI) che prevede nove item misurati con una scala analogica visiva; questo tipo di scala è più accurata delle precedenti e il numero di item non è troppo elevato. Le scale multidimensionali sono più complete, perché valutano aspetti fisici, cognitivi, comportamentali, affettivi, ma la maggiore complessità ne limita fortemente l’uso nella pratica clinica. Tra queste vi sono, per es., il Multidimensional Fatigue Inventory (MFI), la Functional Assessment of Cancer Therapy-Fatigue Scale (FACT-F), la Piper Fatigue Scale (PFS). Recentemente, è stato sviluppato e valutato un modulo multidimensionale del questionario QoL (QLQ-FA12), seguendo le linee guida metodologiche dell'Organizzazione Europea per la Ricerca e il Trattamento del Cancro (EORTC) [8, 22, 23]. 3.2. La presa in carico Le linee guida del NCCN e dell’European Society for Medical Oncology (ESMO) suddividono la presa in carico in quattro fasi [1, 8]: • Screening; • Valutazione primaria; • Interventi; • Rivalutazione. 3.3. Lo screening Lo screening dovrebbe essere effettuato nell'ambito di una valutazione olistica dei bisogni, a intervalli regolari durante la terapia e dopo la cura e, quando possibile, dovrebbe essere eseguito da un infermiere specialista. Durante la prima fase l’infermiere deve condurre una raccolta anamnestica approfondita con particolare focus sulla presenza della fatigue e dei relativi fattori di rischio, andando ad indagare l’intensità del sintomo attraverso delle scale di valutazione. Essendo un'esperienza soggettiva, la CRF viene misurata in modo più efficace tramite strumenti di self-reporting e una recente analisi suggerisce che una scala di valutazione numerica (NRS) a 10 punti per la fatica è il miglior strumento di screening [8, 24] Esiste un accordo sul fatto che l'intensità della fatica sia classificata come lieve, con punteggi da 1 a 3, moderata da 4 a 6 e grave da 7 a 10. L'NRS è uno strumento semplice e immediato, ma quando il punteggio raggiunge il 4, è necessario utilizzare un questionario più specifico, come ad esempio il Brief Fatigue Inventory (BFI), che integra la valutazione della gravità della fatigue e il suo impatto su importanti domini funzionali. Il BFI si è dimostrato un questionario affidabile e di facile comprensione, validato in molte lingue, nello screening clinico e nella ricerca [8, 25]. 3.4. Valutazione primaria Tutti i pazienti identificati con una CRF di intensità da moderata a grave attraverso lo screening, dovrebbero essere sottoposti a una valutazione diagnostica, con l'obiettivo di identificare le condizioni che hanno contribuito alla sua insorgenza e alle comorbidità che richiedono un trattamento [1, 11, 26]. Questa valutazione deve comprendere un'anamnesi mirata sulla fatigue, un esame medico approfondito, una valutazione dello stato della patologia di base, un esame dello stato mentale ed esami del sangue. Nell'ambito della valutazione diagnostica, il team clinico-assistenziale deve considerare i fattori che hanno contribuito alla sua insorgenza e che richiedono un trattamento come ad esempio, il dolore, lo stress emotivo, l’anemia, le infezioni attive, la malnutrizione, le malattie tiroidee, renali, cardiovascolari e polmonari e quelli che richiedono una valutazione nel tempo per determinare in che misura contribuiscono alla CRF ad esempio, effetti dei farmaci, diabete mellito instabile, infezioni, disturbi del sonno, tra cui la sindrome delle gambe senza riposo e il movimento periodico degli arti, disfunzioni croniche degli organi [8].
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