445 tico maggiore del 10% dovrebbe ricevere un’adeguata profilassi • La terapia antiemetica dovrebbe coprire l’intero periodo di rischio • La somministrazione orale o endovenosa dei farmaci antiemetici garantisce la stessa efficacia • Oltre che ai fattori di rischio del singolo paziente. La scelta che la CINV e la RINV hanno sulla qualità di vita; infatti nausea e vomito influenzano entrambi negativamente la della terapia antiemetica deve essere basata sull’emetogenicità della chemioterapia [3]. 2. Nausea e vomito: chemioterapia, radioterapia 2.1. Definizione e fisiopatologia La nausea è la sensazione sgradevole di discomfort, tipicamente localizzata in epigastrio, che può condurre a vomito, spesso associata a sintomi autonomici (pallore, sudorazione fredda, tachicardia e diarrea) [1]. Coincide talvolta con la spiacevole sensazione di aver bisogno di vomitare. Tale sintomatologia è correlata all’aumento del tono parasimpatico che genera la manifestazione a livello cosciente degli stimoli afferenti al centro midollare del vomito [5]. Il vomito, invece, è l’espulsione forzata, improvvisa e riflessa del contenuto dello stomaco, secondaria a potente e sostenuta contrazione della muscolatura addominale e toracica [1], mentre il fondo gastrico e lo sfintere esofageo inferiore sono rilasciati [5]. Il vomito va distinto dal rigurgito, ovvero, l’emissione del contenuto gastrico senza che vi siano associate nausea o energiche contrazioni muscolari addominali [5]. L’insorgenza di nausea e vomito è regolata da meccanismi complessi, afferenti ed efferenti, che coinvolgono alcune aree specifiche del sistema nervoso centrale. Si intersecano tra loro stimoli provenienti da aree diverse quali: • Cellule enterocromaffini localizzate nell’epitelio gastrico • Apparato vestibolare e labirinto dell’orecchio interno, in risposta al movimento del corpo • Nervo vago • Nucleo del tratto solitario nel tronco dell’encefalo • Zona trigger chemiorecettoriale (CTZ) o area postrema, nel pavimento del IV ventricolo • Corteccia cerebrale e sistema limbico su cui agiscono stimoli sensoriali (gusto e odore), malessere o dolore [1]. la nausea ed il vomito sono strettamente correlati a diverse cause d’insorgenza quali fattori connessi al trattamento, problematiche cliniche, fattori psicosociali, precedenti esperienze di nausea e fattori genetici. 2.2. CINV L’emesi indotta da chemioterapia viene classificata in tre categorie in relazione al tempo di insorgenza rispetto al trattamento oncologico e alla risposta o meno alla profilassi. Si definisce: • acuta, se si verifica entro 24 ore dalla somministrazione della chemioterapia • ritardata, se insorge nelle 24 ore successive alla somministrazione e può persistere per alcuni giorni (fino a 5 giorni) • anticipatoria, se si manifesta prima della somministrazione del farmaco antitumorale in pazienti che abbiano già sperimentato emesi acuta o ritardata [1]. A questa classificazione va aggiunta la Breakthrough CINV, con cui si intende la comparsa di nausea e/o vomito il giorno stesso della somministrazione del trattamento chemioterapico, nonostante la somministrazione di terapia ancillare con farmaci antiemetici secondo le attuali linee guida [1]. 2.3 RINV Nausea e vomito indotti da radioterapia sono un effetto collaterale comune. La fisiopatologia della RINV rimane poco chiara, ma colpisce fino all’80% dei pazienti oncologici che ricevono radioterapia. I fattori correlati alla radioterapia quali la posizione, la dimensione del campo, la dose e il frazionamento, nonché, altre caratteristiche tra cui l’associazione con il trattamento chemioterapico, l’età, l’ansia, ed il consumo di alcol contribuiscano all’aumento dell’incidenza e alla gravità della RINV [2]. Nonostante l’elevata incidenza, la nausea e il vomito indotti da radioterapia sono molto meno studiati rispetto agli stessi disturbi indotti da chemioterapia [1]. 3. Nausea e vomito: GVHD gastro- intestinale La Graft versus Host Disease del tratto gastrointestinale (GVHD-GI) è una delle complicazioni più severe nel paziente sottoposto a Trapianto di Cellule Staminali Ematopoietiche (TCSE) allogeniche [6]. La GVHD inizia quando i linfociti T del donatore riconoscono come “estranei” gli antigeni del ricevente iinnescando una reazione immunitaria esagerata nei confronti del ricevente [7]. L’incidenza di GVHD del tratto gastro intestinale è stimata essere tra il 10% e 60% dei pazienti con GVHD. Oltre a diarrea e vomito le manifestazioni cliniche correlate alla GVHD-GI possono essere dolori addominali e crampi, nausea, sanguinamento gastrointestinale e disfagia, con conseguente malassorbimento, disidratazione, grave perdita di elettroliti e perdita di peso [6]. Tale complicanza può essere classificata in acuta o cronica, in base a quando questa si manifesta temporalmente, mentre il grading la classifica dal grado 1 al grado 4 in base alla gravità dei sintomi. Per la diagnosi e la classificazione della GVHD può essere utilizzato il sistema di classificazione MAGIC (Mount Sinai Acute GVHD International Consortium), un'opinione di consenso internazionale di esperti per standardizzare la diagnosi e la classificazione della GVHD acuta. Queste linee guida consentono di aumentare l'uniformità della rilevazione dei sintomi della GVHD come mostrato nella tabella 1 [3]. La stadiazione, basata sui criteri MAGIC, è legata al numero di episodi di diarrea quotidiani o alla quantità in millilitrio di feci espulse nelle 24 ore. 5. Complicanze precoci
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