Handbook_Volume III

431 5. Complicanze precoci 5.10.2 Mucosite orale Stefano Botti1* 1SC Ematologia, Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia, Reggio Emilia, Italia Email address: stefano.botti@ausl.re.it (Stefano Botti) *Corresponding author Abstract: Una delle peggiori esperienze dei pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche è la mucosite orale originata dalla tossicità dei condizionamenti. E’ una complicanza molto comune e comporta dolore e disagio per i pazienti, ed un aumento del rischio infettivo e dei costi di ospedalizzazione. La gestione della mucosite è in larga parte in carico agli infermieri, che pertanto devono sviluppare conoscenze e competenze adeguate a farvi fronte, nonchè sviluppare competenze adeguate ad educare i pazienti per limitarne gli effetti. Fatto salvo per l’analgesia, non abbiamo ad oggi strategie sicuramente efficaci per trattare la mucosite, e poche sono gli interventi che hanno dimostrato efficacia in prevenzione. Pertanto la gestione della mucosite è soprattutto sintomatica e basata sulla creazione di protocolli multidisciplinari fondati sull’igiene orale, che devono essere applicati in maniera sistematica. Risultano quindi importanti alcuni passaggi fondamentali del processo di presa in carico del paziente che riguardano l’assessment del rischio, la proattività d’intervento, il monitoraggio, ma anche la gestione di aspetti di contorno come l’emesi, le problematiche alimentari e naturalmente le infezioni orali. Questa revisione vuole fornire elementi utili alla gestione del problema che vanno al di là delle sole raccomandazioni e suggestioni promosse dalle linee guida internazionali. Keywords: mucosite, igiene orale, competenze infermieristiche, assessment, educazione 1. Introduzione La Mucosite Orale (MO) rappresenta una delle peggiori complicanze acute, relative alla tossicità dei regimi di condizionamento a base di immuno-chemio-radioterapia, somministrati ai pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche (TCSE) [1]. E’ definita come una complicanza infiammatoria “panmucosale” grave che coinvolge le mucose, in tutte le sue strutture anatomiche, dal tratto oro-faringeo fino alla zona anale, comprendendo tutto il tratto gastro intestinale [2]. A livello della mucosa orale, è caratterizzata dallo sviluppo di infiammazione e lesioni a carico delle membrane mucose in grado di causare intenso dolore, lesioni, ulcere, difficoltà o impossibilità all’assunzione di cibo e acqua, grave “discomfort” del paziente, oltre che comportare un aumento del rischio infettivo e dei costi [3, 4]. L’incidenza della MO varia in base al tipo di trapianto, nei pazienti sottoposti a TCSE autologo è di circa il 70%, mentre può affliggere fino al 98% dei pazienti sottoposti a trapianto allogenico che ricevono un condizionamento mieloablativo [5, 6, 7]. Malgrado siano noti i meccanismi tossici dei farmaci e delle loro combinazioni e siano noti i fattori di rischio concorrenti allo sviluppo della MO (tabella 1), nonchè i meccanismi patobiologici della MO [8], nelle varie fasi di iniziazione, induzione ed amplificazione dei segnali, ulcerazione e guarigione; la letteratura internazionale, ad oggi, non è ancora in grado di fornire robuste evidenze scientifiche circa le strategie di prevenzione e trattamento della MO. Per questo, ed altri motivi, le azioni dei professionisti sanitari nella pratica clinica risultano estremamente variegate a livello inter-centrico e sono sostenute soprattutto da conoscenze aneddotiche, dal parere degli esperti o da usi e consuetudini, radicate nel tempo, scarsamente sostenute da prove di efficacia.

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