424 protezione sono indicati per la pelle lesa e riducono il bruciore e il dolore [24]. Ancora oggi, nonostante acqua e sapone applicati con un panno o una spugna tradizionale, rappresentano il gold standard per l’igiene e la gestione della cute [25], molte revisioni hanno evidenziato che questo non è il metodo più appropriato per la cura della pelle di pazienti ad alta intensità assistenziale, soprattutto se incontinenti. L’uso di prodotti barriera detergenti a pH acido, un programma di cura della cute perineale e prodotti a base di dimethicone al 3% vengono raccomandati al fine di prevenire le IAD [26]. I Prodotti barriera 3 in 1, che garantiscono detersione, protezione e idratazione (no-rinse) con la combinazione di tensioattivi permette di sciogliere e rimuovere lo sporco o le sostanze irritanti; la presenza di sostanze con capacità idratante ripristinano o preservano la funzione “barriera” della cute prevenendo danni iatrogeni da sfregamento e da contatto con sostanze irritanti (lesive). Il loro impiego nell’igiene quotidiana riduce inoltre la presenza di umidità residua durante l’esecuzione delle cure igieniche. La funzione barriera, sempre raccomandata nella cura e prevenzione delle IAD, viene garantita dalla presenza di prodotti contenenti petroleum, dimethicone o ossido di zinco ed è sempre implementata in una unica manovra assistenziale riducendo la possibilità della mancata implementazione nei distretti più difficoltosi. I Prodotti barriera sono realizzati sotto forma di salviette umidificate, detergenti liquidi, schiume, creme ed unguenti [1]. 4.2. Sistemi barriera Per Sistemi barriera si intendono quei Dispositivi Medici (DM), generalmente monouso o monopaziente, che garantiscono una barriera nei confronti della cute rispetto ad agenti irritanti soprattutto derivati dalle deiezioni, mediante l’assorbimento o convogliamento di urina e feci. I Sistemi Barriera sono rappresentati da Prodotti di assorbenza, Cateteri vescicali, Uroprofilattici, Cateteri di raccolta fecale esterni/endorettali; pur rimanendo a volte una irrinunciabile opportunità, richiedono una attenta valutazione per le complicanze associate al loro utilizzo improprio [27]. Sono disponibili sul mercato diversi DM d’assorbenza (pannoloni); è indispensabile che siano traspiranti (per trasferire all’esterno l’umidità riducendo la sudorazione) e correttamente dimensionati (per ridurre la superfice della cute occlusa) [28]. Questi dispositivi presentano un “cuscinetto assorbente”, tecnologicamente avanzato, che consente il mantenimento della superficie asciutta riducendo il processo di macerazione cutanea; altre caratteristiche sono rappresentate dal controllo degli odori e dalla presenza di un indicatore esterno di “saturazione” che ne consiglia la sostituzione. Comunque, il DM deve essere cambiato frequentemente ma immediatamente nel caso di presenza di feci, soprattutto liquide [29]. Nel 2009 il CDC di Atlanta pubblica le linee guida per la prevenzione delle infezioni delle vie urinarie associate al cateterismo vescicale ed elenca una serie di indicazioni per un “posizionamento appropriato”; tra queste troviamo l'uso del catetere urinario quando si teme che l'incontinenza urinaria possa determinare una alterazione dell’integrità cutanea o quando tale integrità è già compromessa. Per prevenire eventuali complicanze (traumatismo, infezione, ecc.) e per garantire una soddisfacente tolleranza è necessario scegliere con cura i materiali e i calibri dei cateteri vescicali. Nelle stesse linee guida si ribadisce che il cateterismo vescicale non deve essere utilizzato come sostituto dell'utilizzo di prodotti per la cura della cute, come prodotti barriera e altri metodi per gestire l'incontinenza. Negli uomini, una valida alternativa al cateterismo vescicale è rappresentato dall’impiego di uroprofilattici; causa il rischio di lesioni ulcerative, il loro utilizzo deve essere limitato nel tempo [31]. Una buona gestione dell’incontinenza fecale prevede l’utilizzo di un sistema di drenaggio che permette di gestire le feci liquide, evitando che queste vengano a contatto con la cute (figura 4). In letteratura si segnala che un’errata gestione di tale presidio, ha comportato la formazione di lesioni (ulcere rettali) con emorragia [32,33]. Figura 4 Sistema di gestione dell’incontinenza fecale Nei pazienti che hanno manifestato emorragie rettale o anale, diversi studi sostengo che l’utilizzo di farmaci anticoagulanti ha avuto un ruolo importante nell’evoluzione di questa complicanza (figura 5)[34]. Figura 5 Lesione della mucosa rettale post utilizzo sond
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