Handbook_Volume III

407 5. Complicanze precoci 5.8.1 La nutrizione artificiale Antonella Lezo1*, Amanda Casirati2, Costanza Pira1, Riccardo Caccialanza2* 1 S.S. Dietetica e Nutrizione Clinica, Ospedale Infantile Regina Margherita, Città della Salute e della Scienza di Torino, Italia. 2 UOC Dietetica e Nutrizione Clinica, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Italia. Email address: alezodott@gmail.com (Antonella Lezo), r.caccialanza@smatteo.pv.it (Riccardo Caccialanza) *Corresponding authors Abstract: I pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche sono particolarmente esposti al rischio di sviluppare uno stato di malnutrizione (anche severa) per la riduzione degli apporti alimentari, sia nella popolazione adulta che in quella pediatrica. Per implementare un intervento di supporto nutrizionale personalizzato occorre valutare correttamente i fabbisogni nutrizionali che, oltre alla spesa energetica basale, devono considerare anche i fattori che incrementano la richiesta energetica, quali la fase clinica della malattia, la presenza di fattori catabolici e, in ambito pediatrico, la quota energetica necessaria per garantire la crescita staturo-ponderale. Il supporto nutrizionale si articola in diversi passaggi di crescente complessità che possono talvolta coesistere tra loro: l’ottimizzazione dell’alimentazione per os, l’utilizzo di supplementi nutrizionali orali e la nutrizione artificiale. La nutrizione artificiale consiste nella somministrazione di specifiche formule di nutrienti per via enterale o parenterale, nel caso in cui il paziente non riesca o non possa coprire i fabbisogni calorico-proteici con la sola alimentazione orale. Storicamente, la nutrizione parenterale era la prima scelta per trattare i pazienti che, a causa dell’aumentato catabolismo e degli effetti collaterali dei protocolli di condizionamento (quali anoressia prolungata, nausea, vomito, graft versus host disease ed infezioni) risultavano malnutriti. Negli ultimi 40 anni, tuttavia, grazie ai continui miglioramenti nelle terapie che hanno ridotto le tossicità correlate al periodo di condizionamento, la nutrizione enterale è divenuta meglio tollerata. La letteratura scientifica ha inoltre evidenziato come essa sia associata a minori complicanze infettive, riduzione del rischio di graft versus host disease, mantenimento del trofismo intestinale e miglioramento del tasso di sopravvivenza. Ad oggi, la nutrizione enterale è stata inserita nelle linee guida come prima scelta in caso di necessità di un supporto nutrizionale artificiale anche se la via parenterale continua ad essere preferita, spesso poiché quella enterale è considerata più invasiva e dolorosa. Di conseguenza, è necessario migliorare la comunicazione con pazienti e caregivers e la formazione degli operatori sanitari sui rischi e i benefici di entrambe le vie di supporto nutrizionale. Keywords: nutrizione artificiale, trapianto di cellule staminali ematopoietiche, nutrizione parenterale, nutrizione enterale, team nutrizionale 1. Introduzione Il Trapianto di Cellule Staminali Ematopoietiche (TCSE) è il trattamento principale per la cura di molte patologie maligne e benigne [1]. I pazienti sottoposti a TCSE, tuttavia, sono particolarmente esposti al peggioramento dello stato nutrizionale a causa di molteplici fattori che contribuiscono a ridurre significativamente gli apporti alimentari rispetto ai fabbisogni nutrizionali. In assenza di un appropriato supporto nutrizionale artificiale, il rischio di sviluppare malnutrizione (anche di grado severo) è elevato, sia nella popolazione adulta che in quella pediatrica, con evidenti effetti negativi a breve e lungo termine [2]. Come discusso nei capitoli precedenti, è fondamentale effettuare una valutazione precoce dello stato nutrizionale di questi pazienti. Mediante l’utilizzo di semplici test di screening [3] [4] (Malnutrition Universal Screening Tool – MUST – o Nutritional Risk Screening – NRS – per il paziente adulto; STRONGKids, Screening Tool for

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