Handbook_Volume III

399 5. Complicanze precoci 5.8 Malnutrizione, valutazione nutrizionale e aspetti dietetici Enrico Morello1*, Francesco Arena1, Alice Bertulli1 1Centro Trapianti Midollo Osseo Adulti, Comprehensive Cancer Center – ASST Spedali Civili di Brescia Email address: *enrico.morello@asst-spedalicivili.it (Enrico Morello); arena.nutrizione@gmail.com (Francesco Arena) *Corresponding author Abstract: Lo stato nutrizionale per il paziente sottoposto a trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche rappresenta un aspetto clinico rilevante in termini di outcome, sopravvivenza e qualità di vita. La presa in carico dal punto di vista nutrizionale deve avvenire il più precocemente possibile e si avvale di strumenti di valutazione nutrizionale standardizzati, dinamici e replicabili. In questo setting, il deterioramento dello stato nutrizionale è rapido e spesso irreversibile, proprio per questo è fondamentale programmare un supporto nutrizionale tempestivo, valutandone in modo dinamico e frequente la sua efficacia. La nutrizione parenterale non dovrebbe essere la prima linea d’intervento nutrizionale, infatti la via enterale risulta essere la scelta migliore in termini di sicurezza, eubiosi intestinale, rischio infettivo e di GVHD, costi e qualità di vita. Keywords: Malnutrizione; PG-SGA; Supporto Nutrizionale; Nutrizione Parenterale, Nutrizione Enterale 1. Introduzione La malnutrizione è riconosciuta come fattore prognostico indipendente di sopravvivenza per i pazienti trattati con Trapianto di Cellule Staminali Ematopoietiche (TCSE) e impatta sia sulla morbilità, sia sulla mortalità post trapianto [1]. L’assessment (valutazione) nutrizionale è un elemento cruciale della presa in carico del paziente sottoposto a TCSE. L’evoluzione clinica e nutrizionale del paziente trapiantato è molto dinamica e rapida, infatti la maggior parte dei pazienti arriva al trapianto con uno stato nutrizionale soddisfacente [2, 3], a seconda degli studi, la malnutrizione è riportata tra il 10% e il 25% dei pazienti [3, 4], ma questo subisce un celere deterioramento nel giro di 4 – 6 settimane [2] al punto che alla dimissione almeno almeno il 60% dei pazienti mostra un certo grado di malnutrizione [5, 6]. Al peggioramento dello stato nutrizionale contribuiscono la tossicità diretta della fase di condizionamento, eventuali complicanze infettive e la malattia del trapianto contro l'ospite (Graft Versus Host Disease – GVHD) acuta e cronica, con il risultato di una riduzione dell’introito alimentare e di un ridotto assorbimento intestinale [7]. In ambito oncologico, e quindi ematologico, è più corretto parlare di cachessia piuttosto che di semplice malnutrizione. La cachessia è una sindrome complessa e grave, strettamente associata a un’infiammazione cronica sottostante, spesso presente nei pazienti con neoplasia. Essa è stata definita da Fearon [8]: “una sindrome multifattoriale caratterizzata da una perdita continua di massa muscolare scheletrica (con o senza perdita di massa grassa) che non può essere completamente invertita dal supporto nutrizionale convenzionale e porta a un progressivo deterioramento funzionale”. Da un punto di vista clinico la cachessia da cancro è caratterizzata da una sequenza continua di tre stadi

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