378 dalla scelta del tipo di strategia trapiantologica da proporre al paziente [10,11]. Il coinvolgimento degli infermieri nelle fasi di risk assessment pre-trapianto potrebbe migliorare il riconoscimento di fattori di rischio e la figura infermieristica appare di grande importanza, nelle fasi successive, per il tempestivo riconoscimento di segni e sintomi e per il supporto ai pazienti [3,4]. Gli strumenti ad uso infermieristico reperibili in letteratura sono pochi e scarsamente supportati da evidenze scientifiche [5,6,7] e, ad oggi, non sono disponibili raccomandazioni in merito agli aspetti puramente assistenziali dei pazienti con SOS. L’assistenza a questi pazienti viene normalmente fornita secondo modelli reattivi, basati su approcci standard creati per altre situazioni cliniche [2] ed inadeguati alla severità del quadro, alla dinamicità della malattia e agli attuali criteri diagnostici [6,7]. Sarebbe pertanto più opportuno l’utilizzo di “modelli proattivi” e di strumenti dinamici che consentano, da un lato di predisporre l’ambiente dell’unità di cura ad un livello di attenzione basato sul rischio, dall’altro lato di intercettare precocemente i segni e sintomi imputabili alla SOS adattando l’intensità del “care” alla severità del quadro clinico. Tutto questo non può prescindere da alcuni requisiti fondamentali: • che gli infermieri posseggano adeguate conoscenze in merito ai fattori di rischio e ai criteri diagnostici, • che vengano predisposti processi di assessment infermieristico, • che siano presenti strumenti di reporting ad uso dell’equipe multidisciplinare. Anche l’acquisizione di nuove competenze (quali la capacità di effettuare l’esame obbiettivo dell’addome o l’auscultazione toracica) da parte degli infermieri è auspicabile in funzione dell’accuratezza del work-up e della riduzione dei tempi di riconoscimento del problema [12]. Il gruppo infermieristico GITMO ha proposto una serie di strumenti per l’assessment del rischio di SOS nel paziente candidato a TCSE e per il monitoraggio delle condizioni cliniche in un’ottica “proattiva” [12]. Gli intenti principali erano quelli di standardizzare le attività infermieristiche di valutazione adattandole ai nuovi strumenti EBMT e di modulare l’intensità del monitoraggio alla dinamicità della SOS e alle sue possibili evoluzioni. Nella tabella 1 sono descritte le attività che coinvolgono gli infermieri durante il risk assessment pre-TCSE. I pazienti a rischio di SOS possono essere stratificati nel seguente modo: • Alto rischio: tutti i pazienti candidati a trapianto che riportano uno o più dei fattori di rischio definiti da Mohty et al. 2016 per i pazienti adulti. • Rischio standard: tutti i pazienti sottoposti a TCSE privi di fattori di rischio specifici. Il risultato dell’assessment multidisciplinare e l’attribuzione del livello di rischio dovrebbero essere riportati sulla documentazione e comunicati agli infermieri che prenderanno in carico il paziente durante il TCSE [6,7] al fine di modularne la frequenza di monitoraggio, le attività ed il livello di attenzione. In relazione al livello di rischio il gruppo GITMO ha proposto due diversi protocolli di monitoraggio basale (Tab. 2). 2.3. Assistenza a pazienti a rischio di SOS La definizione del rischio del paziente rappresenta una “conditio sine qua non” per l’utilizzo di un atteggiamento di tipo “proattivo” nell’approccio al monitoraggio dei pazienti sottoposti a TCSE e per l’individuazione precoce di segni e sintomi imputabili a SOS [6]. Considerato che nella gestione dei pazienti a rischio di SOS, l’obiettivo primario è arrivare ad una diagnosi tempestiva [1], è auspicabile che gli infermieri che accolgono i pazienti nell’unità clinica siano informati del risultato dell’assessment pre-trapianto al fine di adattare il più corretto protocollo di monitoraggio basato sul rischio [13]. Come già riportato, la letteratura relativa alle attività infermieristiche nel monitoraggio dei pazienti è in grado di fornire solo indicazioni di carattere generale [4,5] incompatibili con la dinamicità del percorso trapiantologico e delle associate complicanze e manifestazioni. I pazienti trapiantati sono in genere sottoposti a protocolli di monitoraggio abbastanza stretti, solitamente predisposti e applicati per fini diversi dal riconoscimento della SOS. Normalmente l’approccio al monitoraggio dei pazienti TCSE è focalizzato soprattutto al riconoscimento di segni e sintomi di infezione e/o di sviluppo di complicanze “maggiori” per frequenza; i parametri utili per il riconoscimento della SOS, come la misuraTabella 1. Assessment infermieristico pre-TCSE Pressione arteriosa, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, temperatura corporea, saturazione ossigeno
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