Handbook_Volume III

377 5. Complicanze precoci glio dibattuto in letteratura. Tuttavia gli standard di accreditamento internazionali per i Programmi Trapianto (PT) non hanno ancora dettagliato a dovere quelle che dovrebbero essere le competenze e le abilità specifiche esercitate dagli infermieri nella gestione di questa, come di altre complicanze endoteliali. 2.1. Ruolo degli Infermieri L’agire degli infermieri nell’approccio alla SOS si muove dunque in un ambito di incertezza e di mancanza di strumenti e conoscenze, modulando i comportamenti in base a nozioni di terapia intensiva ed approcciando solitamente i pazienti al momento della presentazione di segni e sintomi. La letteratura internazionale che si è occupata della gestione assistenziale dei pazienti con SOS, fondata sostanzialmente sul parere di esperti, considera “fondamentale” la figura infermieristica [3] per: la ricognizione precoce di segni e sintomi imputabili a SOS, il monitoraggio del bilancio idrico e del peso corporeo, l'ausilio psicologico e la gestione della terapia di supporto [2,4]. Seth Eisenberg, in una comprehensive review del 2008 apparsa su Oncology Nursing Forum [5], offriva un’utile panoramica delle implicazioni infermieristiche, focalizzata al sostegno dei vari organi e tessuti coinvolti. Tuttavia, nell’approccio alla SOS, pur comprendendo l’importanza del riconoscimento precoce di segni e sintomi per arrivare ad una diagnosi precoce, nessun autore, fino a pochi anni fa, aveva focalizzato l’attenzione sugli aspetti di risk assessment e di monitoraggio in relazione alla dinamicità di evoluzione della malattia. Da una survey effettuata dal Gruppo Italiano Trapianto di Midollo Osseo (GITMO) [6] emergeva che nell’85% dei PT gli infermieri non venivano coinvolti nel processo di risk assessment pre-trapianto e che, in una percentuale superiore al 30% dei PT, gli infermieri dell’unità clinica non ne conoscevano il risultato al momento del ricovero del paziente. Il monitoraggio dei pazienti, dunque, risultava condotto sulla base di protocolli standard, costruiti per obiettivi di controllo generali e non specifici per condizione clinica o tipo di complicanza. Inoltre emergeva una grande variabilità inter-centrica negli approcci all’assessment e al monitoraggio stesso, specialmente per quanto riguardava il timing di valutazione ed i parametri rilevati. La survey evidenziava che parametri utili per il monitoraggio della SOS, come ad esempio la circonferenza addominale, generalmente non facevano parte dei protocolli standard impiegati nella pratica clinica; si evidenziava infine una carenza di: documentazione, sistemi di reporting e procedure operative standard specifiche per il quadro patologico in oggetto. Considerando la rapidità e la severità delle manifestazioni, il riconoscimento precoce di segni e sintomi imputabili a SOS, una diagnosi rapida e l’inizio tempestivo dei trattamenti, appaiono elementi fondamentali per il miglioramento degli outcomes; gli infermieri dovrebbero pertanto essere considerati una risorsa importante nelle fasi di assessment del rischio pre trapianto e di monitoraggio del paziente durante e dopo il TCSE [7,8], malgrado la letteratura in merito sia esigua e fornisca solamente evidenze aneddotiche basate sull’expert opinion. 2.3. Risk assessment pre TCSE I fattori di rischio per lo sviluppo di SOS sono stati in larga parte individuati e categorizzati in varie modalità [9,10]. Tuttavia è opinione comune che non tutti gli elementi di rischio siano ancora noti e che manchino ancora: una definizione attendibile del “peso specifico” di molti fattori e delle loro possibili combinazioni ed un accordo condiviso rispetto al tipo di proposta trapiantologica che dovrebbe essere effettuata in presenza di fattori di rischio. I risultati dell’assessment infermieristico dovrebbero essere considerati e discussi nel processo multidisciplinare di valutazione generale del rischio pre-trapianto. Il rischio di SOS dovrebbe essere attentamente valutato e gli effetti dei fattori di rischio, laddove possibile, dovrebbero essere limitati, a partire Figure 1. Endotelio vascolare: complicanze precoci del TCSE

RkJQdWJsaXNoZXIy ODUzNzk5