369 5. Complicanze precoci do così l'ossigenazione dei tessuti endoteliali vescicali, favorendone la guarigione [18]. Nei casi più complessi si può arrivare anche al trattamento chirurgico: le cauterizzazioni endovescicali (permettono di ottenere un effetto emostatico, arrestando le fuoriuscite ematiche e cicatrizzando i vasi sanguigni) e nei casi più gravi anche ad interventi di cistectomie radicali [7,11]. I pazienti sottoposti a HSCT hanno spesso alle spalle l’esperienza di trattamenti e cure precedenti al trapianto in cui sono stati necessari molti interventi e nel corso dei quali hanno provato complicanze del trapianto (febbre, dolore, mucosite, nausea e vomito). La cistite emorragica amplifica ulteriormente questa riduzione della qualità di vita del paziente trapiantato. Il prolungamento delle esperienze negative e l’incertezza sui risultati dei trattamenti possono generare sentimenti di paura, isolamento e depressione. Un quadro di HC mette a dura prova le capacità di sopportazione, la fiducia del paziente nel processo di cura può vacillare. Per questo motivo è fondamentale garantire un adeguato supporto psicologico al paziente e alla sua famiglia, durante tutto l’iter diagnostico e terapeutico [2,4]. Conclusioni La prevenzione rimane il miglior trattamento per la cistite emorragica nel paziente sottoposto a HSCT [1,2,3,4]. L’iperidratazione, l’alcalinizzazione della diuresi, la somministrazione di mesna e la diuresi forzata rappresentano i migliori interventi per prevenire la cistite emorragica nei regimi di condizionamento che prevedono la somministrazione di ossazafosforine [1,2]. Rispetto ai trattamenti invece la letteratura non identifica percorsi universali, molto dipende dall’agente eziologico della HC [8]. Il ruolo infermieristico è centrale durante tutto l’iter diagnostico terapeutico del paziente con cistite emorragica, in modo particolare nelle misure di prevenzione e di supporto (idratazione, gestione della sintomatologia, miglioramento del comfort, supporto psicologico), attraverso un intenso e continuo monitoraggio delle condizioni cliniche [2,4,8].
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