327 5. Complicanze precoci le riconoscere i sintomi prontamente e trattarla in maniera appropriata. La prognosi di mortalità dello shock settico si aggira attorno al 40%[6]. Una diagnosi precoce e una terapia aggressiva e mirata possono portare a prevenire l'insufficienza multiorgano. 2. Definizioni Neutropenia: la neutropenia è la diminuzione del numero assoluto di neutrofili al di sotto del valore soglia di 1500/mm^3. Essa è definita lieve quando la conta assoluta di neutrofili è compresa tra 1500 e 1000/mm^3, moderata quando la conta è compresa tra 500 e 1000/ mm^3, mentre è definita grave o severa quando la conta assoluta di neutrofili è inferiore a 500/mm^3. La durata di neutropenia grave superiore a 7 giorni aumenta il rischio infettivo. Febbre: singola rilevazione timpanica della temperatura superiore a 38.5°C. Oppure due o più rilevazioni di temperatura comprese maggiore o uguale a 38°C nell’arco di 12 ore senza somministrare paracetamolo o altri antipiretici. L’inizio immediato o il rinvio di terapia antibiotica empirica è a discrezione del medico, che deve valutare con attenzione le condizioni cliniche del paziente (presenza o assenza di brividi, tachicardia, ipotensione, tachipnea) e la possibilità che la febbre non sia di origine infettiva (per esempio escludere che la febbre sia espressione di una reazione trasfusionale). Rischio infettivo: il rischio infettivo è determinato da: malattia di base, comorbidità, durata prevista della neutropenia severa (neutrofili < 500/mm^3) oppure fino al momento di inizio della terapia antibiotica empirica. Alto rischio infettivo: pazienti che a seguito di chemioterapia o trapianto di cellule staminali emopoietiche sviluppino una neutropenia (neutrofili 500/mm^3) oppure fino al momento di inizio della terapia antibiotica empirica. Terapia antibiotica di profilassi: è l’antibiotico ad alto spettro iniziato al momento di riscontro di neutropenia oppure 72 ore prima dell’insorgenza di neutropenia in assenza di sintomi e segni d’infezione, con lo scopo di minimizzare il rischio infettivo. La terapia di profilassi viene mantenuta fino alla risoluzione della neutropenia (neutrofili > 500/mm^3) oppure fino al momento di inizio della terapia antibiotica empirica. Terapia antibiotica empirica: è l’antibiotico o l’associazione di più antibiotici che si prescrive all’insorgenza della prima febbre nel paziente neutropenico. La sua introduzione deve essere preceduta dall’esecuzione di emocolture. Ha lo scopo di prevenire la morte del paziente nelle prime fasi della neutropenia fino al momento in cui è possibile impostare un regime terapeutico elettivo basato su risultati batteriologici (terapia antibiotica mirata) o alla risoluzione del quadro neutropenico o dei sintomi e segni d’infezione, se questi presenti. Situazione clinica in peggioramento: non esistono definizioni standardizzate di peggioramento clinico a cui ci si possa riferire. E’ possibile definire un quadro di peggioramento dello stato clinico del paziente se si ha la comparsa o la persistenza di almeno uno dei seguenti segni, dopo almeno 24-36 ore dall’inizio della terapia antibiotica empirica: • progressione evidente dell’infezione primaria o comparsa di un nuovo sito di infezione, secondo una valutazione clinica e/o strumentale; • febbre persistente > 39°; • brivido scuotente; • ipotensione marcata; • tachicardia; • dispnea/polipnea; • segni di disfunzione d’organo (oligo-anuria, insufficienza epatica, insufficienza cardiaca, obnubilamento del sensorio); • emorragie inattese; • acidosi inspiegata. Efficacia di una terapia: è definita come la capacità di un protocollo antibiotico di indurre sfebbramento e sopravvivenza del paziente al termine del periodo di neutropenia senza che siano state apportate modifiche al trattamento iniziale stesso, a prescindere dalla causa della febbre o dalla diagnosi infettivologica dell’episodio. L’efficacia di un trattamento viene valutata sulla base della risoluzione di segni clinici (ad esempio delNEUTROFILI GRADO DI NEUTROPENIA AUMENTODEL RISCHIOINFETTIVO 1500 cellule/µL Normale Nessuno 1000-1500 cellule/µL Lieve Nessun aumento significativo 500-1000 cellule/µL Moderata Lieve aumento del rischio. Il paziente può presentare febbre o altri segni di infezione <500 cellule/µL Grave o severa Rischio di infezione aumentato in modo significativo. Può essere sottoposto a trattamenti con antibiotici per via endovenosa e deve essere ricoverato in ambiente ospedaliero <200 cellule/µL Molto grave o molto severa Rischio di infezione notevolmente aumentato. Può presentare febbre, altri segni di infezione. Deve essere trattato con terapia antibiotica e deve proseguire il suo ricovero in ambiente ospedaliero
RkJQdWJsaXNoZXIy ODUzNzk5