303 5. Complicanze precoci 5.2 Infezioni batteriche, virali e fungine Simone Cesaro1* 1Pediatric Hematology Oncology, Department of Mother and Child, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona, Italy Email address: simone.cesaro@aovr.veneto.it *Corresponding author Abstract: il periodo tardivo post-trapianto è successivo ai primi cento giorni nel corso dei quali si è completato l’attecchimento per i neutrofili e le piastrine ed è iniziato il recupero dell’immunità T cellulare e che si può estendere ai 12-24 mesi post-trapianto. Le infezioni che insorgono in questa fase sono favorite dalle condizioni cliniche che ostacolano il recupero dell’immunità T cellulare, come la malattia del trapianto contro l’ospite e la terapia immunosoppressiva in corso oppure dalla persistenza di un deficit B cellulare. In questo periodo, è raccomandata a tutti i pazienti la profilassi con aciclovir per la prevenzione dello zoster e con cotrimossazolo per la prevenzione della polmonite da Pneumocystis jirovecii. La profilassi antibatterica ed antifungina è invece limitata ai pazienti considerati più a rischio che in genere sono i pazienti in terapia per GVHD cronica estesa. Le infezioni batteriche più frequenti sono quelle da capsulati come lo pneumococco, il meningococco e l’emofilo. La vaccinazione rappresenta uno strumento di prevenzione importante che può essere iniziata già dal terzo mese post-trapianto. Le infezioni fungine sono dovute principalmente da funghi filamentosi (aspergillo) o lieviti (candida) per cui nei soggetti a rischio è importante adottare la profilassi antifungina con farmaci attivi su aspergillo e candida. Nei pazienti più immunocompromessi è importante proseguire il monitoraggio delle riattivazioni dei virus latenti (citomegalovirus, virus di Epstein-Barr) come nei primi 100 giorni del trapianto mediante la determinazione settimanale della carica virale nel sangue. Questo permette l’adozione di una terapia antivirale pre-sintomatica e riduce il rischio che la riattivazione virale si associ ad interessamento d’organo. La vaccinazione ha un ruolo importante anche nella prevenzione delle infezioni virali respiratorie comunitarie come l’influenza e, dal 2020, il COVID-19. La vaccinazione influenzale va eseguita annualmente prima del picco epidemico stagionale a partire dal terzo mese post-trapianto. La vaccinazione per il COVID-19 è indicata a partire dal terzo-sesto mese post-trapianto con dosi di rinforzo successive, dettate dalle autorità competenti in relazione all’andamento della pandemia e all’emergenza di nuovi varianti. Per le rimanenti infezioni respiratorie (virus respiratorio sinciziale, parainfluenza, rinovirus, metapneumovirus, coronavirus umani) non esiste vaccinazione o profilassi antivirale efficace per cui la prevenzione si basa su norme igieniche sanitarie come evitare i luoghi affollati, l’assemblamento delle persone, l’uso del facciale filtrante, il lavaggio mani, l’isolamento delle persone affette e dei contatti. Il paziente trapianto deve essere avviato a un programma di rivaccinazione per tetano, difterite, poliomielite, pertosse, epatite B a partire dal sesto mese post-trapianto mentre la vaccinazione per morbillo, parotite, rosolia, varicella possono essere eseguite dopo 24 mesi del trapianto o dopo completa sospensione delle terapia immunosoppressiva. Keywords: infection, bacteremia, virus, fungi, candida, aspergillus, hematopoietic cell transplantation, vaccination
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