298 5.1 Tossicità da farmaci Giorgia Battipaglia1,2*, Francesco Saraceni3 1Hematology and Bone Marrow Transplant Unit, Federico II University of Naples, Naples, Italy 2Department of Clinical Medicine and Surgery, Federico II University of Naples, Naples, Italy 3Hematology and Stem Cell Transplant, Ospedali Riuniti Ancona, Ancona, Italy Email address: giorgia.battipaglia@unina.it *Corresponding author Abstract: Il regime di condizionamento al trapianto di cellule staminali ematopoietiche (CSE) prevede l’impiego di numerosi farmaci chemioterapici, talvolta combinati a protocolli di radioterapia che, unitamente agli agenti immunosoppressori, si associano a peculiari tossicità d’organo che possono determinare alta morbidità e mortalità post-trapianto. Tra i farmaci maggiormente implicati, anche a seguito dell’esistenza di numerose interazioni farmacologiche e variabilità nel metabolismo dei farmaci stessi, rivestono un ruolo importante gli agenti alchilanti (es. Busulfano, Melfalan, Ciclofosfamide, Carmustina, Treosulfano, Tiotepa), gli analoghi delle purine (es. fludarabina, clofarabina) ed i farmaci immunosoppressori (es. Immunoglobuline anti-linfocitarie, ciclosporina, metotressato, ciclofosfamide). Recentemente si è assistito a un cambio di paradigma nel disegno dei regimi di condizionamento, con l’intento di ridurre al minimo la tossicitàe le complicanze a lungo termine; si è quindi progressivamente ridotto l’impiego della irradiazione corporea totale e sono stati al contempo introdotti nuovi agenti con migliore tollerabilità o combinazioni di farmaci a dosi ridotte. Inoltre lo sviluppo di nuovi protocolli di profilassi della graft-vs-host disease (GVHD), quali l’impiego della ciclofosfamide post trapianto nel contesto del trapianto da donatore HLA-aploidentico, ha portato a modificare l’approccio alla tossicità nelle fasi precoci post trapianto. Nel seguente capitolo verranno riassunte le principali tossicità di agenti chemioradioterapici e farmaci immunosoppressori più comunemente utilizzati in ambito trapiantologico. Keywords: condizionamento, immunosoppressori, alchilanti 1. Introduzione I progressi nelle terapie di supporto, nell’ampliamento del pool di donatori, nonché l’introduzione di regimi di condizionamento ad intensità ridotta hanno permesso di migliorare in maniera significativa la sopravvivenza post-trapianto di cellule staminali emopoietiche (CSE) [1]. Storicamente i primi regimi di condizionamento per trapianto si basavano sull’uso di agenti citotossici con dosi vicine alla massima dose tollerata ed usati in monoterapia, con conseguente notevole tossicità [2]. Successivamente, la combinazione di agenti ad azione sinergica ha permesso sia un maggiore effetto antitumorale, sia una riduzione della tossicità precedentemente riscontrata [3][4]. Nonostante ciò, i chemioradioterapici contenuti all’interno di regimi di condizionamento nonché i farmaci immunosoppressori si associano ad una tossicità d’organo a breve e lungo termine con conseguenti morbidità e mortalità significative. La combinazione di tali farmaci, inoltre, si associa a numerose interazioni farmacologiche e a variabilità metaboliche interindividuali che possono favorire l’insorgere di tali tossicità e che vanno pertanto attentamente monitorate. Di seguito verranno approfondite le tossicità associate ai farmaci più comunemente utilizzati nelle fasi precoci del trapianto di CSE. 2. Regimi di condizionamento I regimi di condizionamento con alte dosi di chemioterapia erano inizialmente basati sull’utilizzo di agenti
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