Handbook_Volume III

270 Il dolore viene descritto come un dolore prevalentemente di natura viscerale, grave e persistente. [5] I bambini identificano, inoltre, come il dolore psicologico sia spesso l'aspetto doloroso più impegnativo di tutto il percorso trapiantologico. [5-8] Una corretta gestione della sintomatologia dolorosa non può prescindere da un’attenta e costante misurazione del sintomo. 2. Misurazione del dolore in pediatria L’autovalutazione del dolore è considerata il gold standard, a meno che limiti di età, fisici o intellettivi ne impediscano l’applicazione. [9] La scelta dello strumento deve tener conto di diversi fattori quali età, fase di sviluppo cognitivo, comportamentale e relazionale, situazione clinica, farmacologica, emozionale e logistica, nonché culturale e sociale. 2.1. Scala FLACC Nel neonato e bambino in età pre-verbale al di sotto dei 3 anni, o per bambini che per deficit motori o cognitivi non possono fornire una valutazione soggettiva del dolore può essere utilizzata la scala FLACC (Figura 1). [10] La scala prende in considerazione 5 parametri: Face – faccia; Legs – gambe; Activity – attività; Cry – pianto; Consolability – consolabilità. Osservando questi 5 parametri è possibile attribuire un punteggio da 0 a 2 per ogni parametro. Il punteggio massimo è 10 e rappresenta la massima espressione della dolorabilità, il minimo è 0 e rappresenta l’assenza di dolore. La scala FLACC appartiene alle scale di misurazione del dolore multidimensionali. male possibile”. Va somministrata al bambino chiedendogli di indicare “la faccia che corrisponde al male o al dolore che provi in questo momento”. A ogni scelta corrisponde un numero che va da 0 a 10. Si usa generalmente il termine “male” per età dai 3 ai 5 anni, il termine “dolore” per età dai 6 ai 7 anni. Figura 1. Scala FLACC 2.2. Scala di Wong-Baker La scala Wong-Baker (Figura 2) viene utilizzata per i bambini a partire dall’età di 4 anni, è costituita da sei facce, da quella sorridente corrispondente a “nessun male” a quella che piange, corrispondente a “il peggior Figura 2. Scala FLACC 2.3. Scala numerica Per i bambini d’età ≥ 8 anni, e comunque quando abbiano acquisito le nozioni di proporzione, può essere utilizzata la scala numerica (Figura 3). Si tratta di una linea orientata orizzontalmente (lunghezza pari a 10 cm), associata a specifiche ancore verbali intermedie (per facilitare la valutazione del livello di dolore), e i cui estremi sono caratterizzati da “nessun dolore” e “il peggiore dolore possibile”. Si chiede al bambino di indicare l’intensità di dolore che prova scegliendo o indicando il numero corrispondente. Può essere indicata anche ai genitori per il monitoraggio/misurazione del dolore a domicilio. Figura 3. Scala numerica 3. Terapia non farmacologica “Gestione non farmacologica del dolore” è un termine ampio e comprende tutti gli interventi non farmacologici che usualmente vengono identificati col termine di “tecniche non farmacologiche”, o “tecniche psicofisiche”, o “psicologiche”, o “tecniche di medicina complementare” e che agiscono principalmente nei processi della modulazione e della percezione. [11] Il ricorso alle tecniche non farmacologiche assume particolare senso in pediatria in quanto anche esse sono collocate all’interno del percorso comunicativo-assistenziale in cui sono previste le seguenti fasi: accoglienza del paziente e della sua famiglia; spiegazione degli eventi e degli interventi che si erogheranno, compresi quelli non farmacologici; supporto al nucleo familiare. Fornendo ai genitori e al paziente accoglimento, informazioni e supporto è più facile: individuare all'interno di ogni famiglia lo stile comunicativo prevalente; comprendere il senso che i sintomi, anche il dolore, hanno per ogni bambino e per i suoi genitori; controllare la quota di dolore mentale, associato al dolore fisico, che ha a che vedere sia con i sentimenti spiacevoli inespressi, come rabbia, tristezza e paura, sia con stati dell'umore distonici, come ansia e depressione. In tale contesto

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