Handbook_Volume III

269 4.6.2 Nel Pediatrico Elena Rostagno1*, Dorella Scarponi2 1SSD Oncoematologia Pediatrica, IRCCS Policlinico di S. Orsola Bologna, Italia 2Unità Operativa Pediatria , IRCCS Policlinico di S. Orsola Bologna, Italia Email address: elena.rostagno@aosp.bo.it*; dorella.scarponi@aosp.bo.it *Corresponding author Abstract: Il dolore è un’esperienza muldimensionale, comprende sia aspetti fisici che psichici e come tale deve essere valutato e trattato. La scelta dello strumento di misurazione deve tenere conto di diversi fattori quali età, fase di sviluppo cognitivo, comportamentale e relazionale, situazione clinica, farmacologica, emozionale e logistica, nonché culturale e sociale. L’autovalutazione, quando possibile è da considerare il gold standard. Accanto alle terapie farmacologiche, trovano spazio tecniche non farmacologiche che contribuiscono a migliorare la gestione del dolore. La tecnica più idonea deve essere scelta in base alle caratteristiche di personalità, all’età e alle competenze cognitivo-sensoriali del bambino/adolescente. Keywords: Dolore, Bambino, Adolescente, Terapia non farmacologica 1. Introduzione La World Health Organization (WHO) e l’International Association for the Study of Pain (IASP) definiscono il dolore come “un’esperienza sensoriale ed emozionale”, [1] indicando come la componente di natura fisica del dolore da sola non ne esaurisca la complessità: la nocicezione, a partire dall’input sensoriale, da avvio ad un’esperienza che viene configurata nella sua componente di emozioni e sentimenti. Le due componenti, fisica e psicologica, rendono il dolore un’esperienza muldimensionale, [2] le cui diverse componenti sono integrate dal sistema nervoso centrale, rendendo il dolore il prodotto finale di un’esperienza soggettiva creata dal cervello e potenzialmente indipendente dall’input sensoriale; l’esperienza e l’input sensoriale modificano continuamente la matrice neuronale. Questo è particolarmente evidente in età pediatrica vista l’elevata plasticità del sistema nervoso centrale e periferico. In ambito trapiantologico, il dolore è un sintomo frequente, legato sia alle innumerevoli complicanze, che possono verificarsi durante tutto il percorso trapiantologico; che alle procedure diagnostico-terapeutiche necessarie. Nella fase di pre-attecchimento il dolore legato alla mucosite del cavo orale e del tratto gastro-intestinale è la tipologia di dolore predominante. [3,4] Durante la fase di post-attecchimento il dolore è legato alle procedure diagnostico terapeutiche e alle complicanze che possono insorgere, che non si presentano simultaneamente e, di conseguenza, durante il ricovero sono pochi i momenti in cui si verifica l’assenza di dolore [5] Sebbene le complicazione del trapianto coinvolgano organi diversi, la natura del dolore sperimentato dai bambini è molto simile. 4.Aspetti clinici ed assistenziali trasversali

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