Handbook_Volume III

260 4.5 Isolamento Protettivo Iris Agreiter1* 1National Isolation Unit, Mater Misericordiae University Hospital, Dublin, Ireland Email address: iris.agreiter@gmail.com *Corresponding author Abstract: Il concetto di isolamento protettivo è in continua evoluzione, e sebbene se ne parli da più di 50 anni, le prime linee guida specifiche per i pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche sono state pubblicate nel 2007 e vengono continuamente aggiornate. Da un punto di vista tecnico è importante eseguire i controlli del sistema di ventilazione quotidianamente e avere delle procedure standard operative aggiornate alle esigenze attuali. A livello domiciliare non ci sono gli stessi rischi infettivi nosocomiali, ma particolare attenzione va data alla presenza di animali domestici. L’isolamento protettivo può avere effetti sull’aspetto psicologico, ma a volte possono essere visti come una risorsa. L’igiene ambientale è fondamentale per assicurare un ambiente protettivo adeguato e le nuove tecnologie sono un valido aiuto, ma nel ruolo di operatori sanitari, l’attenzione e l’applicazione delle misure di igiene standard e aggiuntive non possono mancare nella pratica quotidiana. Keywords: igiene ambientale, rischio infettivo, pressione aria, filtri HEPA 1. Introduzione Il termine isolamento protettivo è molto ampio e nonostante se ne parli dagli inizi degli anni ’70, le prime linee guida specifiche per i pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali sono state pubblicate nel 2007 [1]. Queste linee guida vengono costantemente aggiornate, l’ultimo aggiornamento risale a maggio 2022. Tabella cinque del documento descrive i componenti dell’isolamento protettivo e li suddivide in sottosezioni dai seguenti titoli: “pazienti sottoposti a trapianto allogenico”, “precauzioni standard e aggiuntive”, “ingegneria”, “superfici” ed “altro”. 2. Contesti Isolamento protettivo è un termine generico e può essere declinato nei vari contesti legati al trapianto. 2.1. Tecnico Nel 2009, linee guida internazionali hanno proposto una serie di dieci raccomandazioni globali sull’ambiente protettivo riguardanti la progettazione e ventilazione di stanze per accogliere pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche (TCSE) descritte in tabella 1 [2]. L’isolamento protettivo in varie forme è stato promosso per i pazienti con neutropenia per quasi 50 anni, tuttavia, non è stata condotta alcuna analisi economica che ne dimostri l’efficacia in termini di costi. Un ambiente protettivo svolge un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza del paziente dopo il trapianto; pertanto, il controllo quotidiano effettuato da medici, infermieri e personale di pulizia si basa su attività di routine che non richiedono lavoro aggiuntivo, tranne quando è necessario segnalare guasti nel sistema. Una proposta di responsabilità per l’equipe di trapianto al fine di garantire un efficiente ambiente protettivo è sintetizzata in tabella 2 [3].

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