Handbook_Volume III

238 non c'e unanimità sul fatto che sia sempre necessaria una formazione universitaria a livello di Master. • Specifica esperienza nella pratica infermieristica riconducibile alla pratica clinica, ricerca, istruzione/educazione, leadership e consulenza. In generale, nel contesto internazionale esistono due ruoli e titoli professionali principali per l'infermiere con competenze avanzate: Nurse Practitioners e Clinical Nurse Specialists [16]. Per quanto riguarda il contesto pediatrico, solo pochi paesi hanno strutturato dei percorsi di studi e certificazioni per il riconoscimento di infermieri pediatrici con competenze avanzate. Gli infermieri con competenze avanzate sono infermieri esperti in grado di prendere decisioni complesse in una determinata specialità clinica e spesso utilizzano un approccio sistemico per influenzare l'assistenza in maniera ottimale Essi forniscono assistenza infermieristica di alta qualità ai pazienti e promuovono la qualità dell'assistenza e delle prestazioni nei team infermieristici. Inoltre, forniscono una combinazione di assistenza diretta e indiretta ai pazienti e hanno una gamma più ampia ed estesa di responsabilità per lo sviluppo del personale e il miglioramento del sistema di erogazione dell'assistenza sanitaria. Per accedere a un ruolo “più avanzato”, l’infermiere deve integrare conoscenze specifiche approfondite e aver acquisito ampie competenze cliniche. Ciò significa che i prerequisiti per lo sviluppo della pratica clinica dell'infermiere a un livello avanzato, sono una solida e completa formazione post-laurea e un'esperienza lavorativa di almeno 3-5 anni [17]. L'assistenza infermieristica avanzata inoltre richiede autonomia. L'autonomia, in questo contesto, può essere definita come la libertà di prendere decisioni basate sulla competenza e sulla conoscenza della propria area di specializzazione e il potere di decidere cosa fare per ogni paziente [18, 19]. 1.3 Infermiere esperto e Infermiere specialista in Italia Con il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro del Comparto Sanità del 21 Maggio 2018 [20] si è riusciti ad avviare l’attuazione del processo di affidamento delle competenze avanzate e specialistiche delle professioni sanitarie a due tipologie di professionista: esperto e specialista. Il requisito per il conferimento dell’incarico di professionista esperto, ai sensi dell’articolo 16, comma 8 del CCNL è costituito dall’aver acquisito competenze avanzate, tramite percorsi formativi complementari regionali ed attraverso l’esercizio di attività professionali riconosciute dalla regione e ovviamente attivabili anche con il concorso delle università. Per quanto riguarda l’incarico di esperto, le Regioni stanno elaborando una proposta unitaria di attuazione, che tenga conto anche della pregressa formazione e delle esperienze già in essere. Il requisito per il conferimento dell’incarico di professionista specialista, ai sensi dell’articolo 16, comma 7 del CCNL, è il possesso del Master specialistico di primo livello di cui all’art. 6 della legge n. 43/2006, secondo gli ordinamenti didattici universitari definiti dal Ministero della Salute e il Ministero dell’Università. Per quanto riguarda l’incarico di specialista, l’Osservatorio delle professioni sanitarie, come previsto anche dal contratto nazionale, ha individuato la tipologia dei master specialistici per il riconoscimento dell’incarico stesso con il concorso dei Ministeri dell’Università e della Salute, delle Regioni, degli Ordini e delle Associazioni delle professioni sanitarie interessate [21, 22]. Sono stati approvati circa 90 corsi di master il che ha permesso di coprire una lacuna formativa importante. Sono state individuate tre tipologie di master: i Master Trasversali, i Master Interprofessionali e i Master Specialistici di ciascuna professione. Tuttavia, nella realtà italiana non è ancora stato possibile concretizzare pienamente il riconoscimento dell’infermiere esperto e specialista nei nostri contesti di cura. Attualmente è stata redatta una ipotesi di nuovo contratto non ancora pubblicata, che si pensa possa rivoluzionare e rendere attuabile quanto definito nel CCNL. 2. Approcci al modello teorico di competenza Per meglio comprendere il contesto e i possibili ambiti di sviluppo di questo ruolo, gli autori hanno ritenuto necessario condividere una tassonomia specifica e una serie di strumenti e modelli teorici in quanto sono proprio questi modelli e/o strumenti che potrebbero fungere da guida per le organizzazioni sanitarie e in qualche modo influenzarne le scelte. Quando si parla di modelli delle competenze nella letteratura, ci si riferisce ad un nuovo approccio nella gestione del personale. Adottarlo significa considerare le competenze come il punto di riferimento per tutte le fasi della gestione del personale: la selezione, la formazione, la valutazione, i percorsi di carriera, la definizione della retribuzione e così via. Le risorse umane sono considerate un patrimonio, sono un capitale da valorizzare e non solo un costo e ovviamente questo deve comportare un grande cambiamento culturale [23]. Utilizzare il modello delle competenze consente di: • Ottimizzare la gestione dei processi di selezione e reclutamento; • Valutare con precisione l’adeguatezza di ogni risorsa al ruolo affidato; • Rilevare le possibili aree di miglioramento sia per le persone che per l’azienda; • Analizzare e progettare i migliori piani di formazione, di sviluppo e di carriera; • Supportare efficaci piani di incentivazione economica, ecc. Il Modello delle competenze concorre nell'analisi dei bisogni formativi del personale in azienda a supporto dello sviluppo strutturato del personale, ma anche nella progettazione, pianificazione e gestione delle attività formative, al fine di coprire i gap di competenza individuati. Il processo di individuazione del modello delle competenze in sintesi si concretizza in: • Associazione ad ogni ruolo aziendale del set di competenze previste per performance ottimali; • Definizione dei livelli attesi per ciascuna competenza

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