Handbook_Volume III

224 della riabilitazione in età evolutiva. Ad ogni modo, i dati attualmente disponibili suggeriscono che gli effetti positivi dell’esercizio fisico nel migliorare le abilità motorie nei soggetti trapiantati in età pediatrica sono sovrapponibili a quelli riportati in età adulta [6,8]. Diversi fattori hanno portato, negli ultimi anni, alla valorizzazione della riabilitazione e dell’esercizio fisico in questo ambito, avviando un lento cambiamento di paradigma nella gestione dei pazienti da parte dei clinici, che sempre più spesso sconsigliano lunghi tempi di riposo a letto e supportano il mantenimento di uno stile di vita attivo, sia durante che dopo il percorso del TCSE. Questo processo è ancora in divenire, ma ad oggi sono state poste le basi perché possa strutturarsi ulteriormente, grazie anche al riconoscimento del ruolo che tutti noi come operatori sanitari abbiamo e possiamo avere nel promuovere il movimento e le autonomie dei bambini e ragazzi di cui ci prendiamo cura. 2. Il percorso del trapianto e le possibili problematiche di tipo motorio I fattori che possono contribuire ad un impoverimento o ad una compromissione delle abilità motorie nei soggetti che si sottopongono al TCSE sono molteplici, e possono dipendere a) dal tumore in sé, nel caso in cui il bambino/adolescente sia affetta da una malattia oncologica; b) dal percorso di trattamento intrapreso prima del trapianto; c) dallo stato di salute generale e dalle comorbidità che il paziente presenta al momento dell’ingresso in Centro Trapianti, d) dall’iter trapiantologico nonché e) dai possibili effetti collaterali acuti e cronici che possono manifestarsi dopo il trapianto [9,10,11]. I fattori elencati saranno analizzati in base al momento di insorgenza, sia questo precedente o successivo all’iter trapiantologico. 2.1. Fattori precedenti al trapianto di cellule staminali emopoietiche, che possono incidere sulle abilità motorie Diversi studi hanno riportato come una parte considerevole di soggetti arriva al trapianto già in condizioni fisiche compromesse, a causa del tumore, dei trattamenti effettuati, dell’isolamento sociale e dell’inattività, presentando problematiche motorie invalidanti che limitano l’autonomia e la partecipazione alle attività della vita quotidiana (AVQ) [12-14]. Tra i bambini/adolescenti affetti da malattie oncologiche che effettuano il trapianto, alcuni di questi possono avere delle forme tumorali che implicano un coinvolgimento diretto del sistema nervoso centrale (SNC) e periferico (SNP) [15], del sistema muscolo-scheletrico o della funzionalità polmonare e cardiaca. Questo sottogruppo di pazienti presenta generalmente problematiche motorie specifiche, che si manifestano prima dell’iter trapiantologico. I soggetti affetti da tumori SNC possono presentare deficit neurologici quali disartria, disfagia, alterazioni della vista e dell’udito, atassia, aprassia, emiparesi, perdita della sensibilità, spasticità, epilessia e deficit cognitivi [16]. I bambini/adolescenti affetti da tumori ossei possono avere delle limitazioni funzionali legate alla localizzazione del tumore ed alla chirurgia effettuata per il controllo locale della malattia, le quali possono determinare dolore, restrizioni del carico e limitazioni della mobilità [16]. Alcune forme tumorali e malattia ematologiche possono essere correlate a quadri sindromici che possono determinare un ritardo generale dello sviluppo neuro e psicomotorio del bambino, con possibile coinvolgimento anche delle sue abilità relazionali e cognitive. Il percorso di cure effettuato prima del trapianto (ad es. chemioterapia, steroidi) costituisce un altro fattore che può avere un ruolo importante nel determinare una ridotta funzionalità motoria. I soggetti affetti da leucemie possono sviluppare problematiche motorie connesse ai trattamenti chemioterapici, all’assunzione di cortisonici e di antracicline. Alcuni agenti chemioterapici possono determinare la neuropatia indotta dai chemioterapici (Chemotherapy Induced Neuropathy – CIPN), che si manifesta con un danno, una lesione, un’infiammazione o con la degenerazione dei nervi periferici. La neuropatia può essere di tipo sensoriale, motorio o autonomico, oppure riguardare più aspetti contemporaneamente [17,18]. I deficit sensoriali comportano intorpidimento, formicolio, crampi e dolore neuropatico a livello delle estremità di arti superiori e inferiori, mentre dal punto di vista motorio le manifestazioni più comuni sono la debolezza distale, la perdita del range di movimento della dorsiflessione della caviglia (piede cadente), alterazioni dell’equilibrio e dello schema del passo [19,20,21]. Agli arti superiori la CIPN può esprimersi in una riduzione della forza nella presa e nell’estensione del polso, nonché nella compromissione della destrezza manuale, con difficoltà a scrivere e a effettuare alcune attività della vita quotidiana (per es. allacciarsi i bottoni), a causa sia della debolezza muscolare che delle possibili alterazioni della sensibilità [22]. L’uso prolungato di steroidi può determinare miopatia, la quale si esprime in debolezza ed ipotrofia muscolare [23]. L’ipostenia steroidea si manifesta solitamente a carico dei muscoli prossimali degli arti inferiori, interessando tipicamente i muscoli del cingolo pelvico e i quadricipiti, i quali giocano un ruolo fondamentale nel consentire di svolgere attività come alzarsi da una sedia o dal water senza appoggiare le mani, camminare sollevando opportunamente le gambe e di salire/scendere le scale senza appoggio. Altri effetti collaterali legati al trattamento cortisonico sono l’osteopenia, l’osteoporosi, l’osteonecrosi e le fratture tendinee [24-26]. L’uso di antracicline può determinare alterazioni della funzionalità cardiaca [27] e i bambini/adolescenti che vengono sottoposti a radioterapia spinale possono sviluppare delle deformità della colonna [28]. L’impatto del tumore, delle terapie e dell’isolamento ad esse correlato, nei bambini in età prescolare può inoltre comportare un ritardo dello sviluppo neuropsicomotorio. Una parte dei soggetti che vengono sottoposti a TCSE presenta quindi delle rilevanti comorbidità già quando si appresta ad iniziare il percorso del trapianto. A queste si somma l’impatto che l’iter trapiantologico in sé e le sue eventuali complicanze possono avere sulle abilità motorie. 2.1. Fattori connessi all’iter trapiantologico L’iter trapiantologico inizia con la fase di condiziona-

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