Handbook_Volume III

206 3.5 Supporto psicologico 3.5.1 Nell’adulto Sibilla d’Errico1, Serena Marinelli2, Vezio Savoia3* 1 Psicologa Clinica 2Psicologa Clinica in formazione specialistica in Psicoterapia 3Dirigente Psicologico Fondazione Policlinico universitario “A. Gemelli”, Docente a contratto Università Cattolica di Roma, Psico-Oncologo SIPO (Società Italiana di Psico-Oncologia) Email address: vezio.savoia@policlinicogemelli.it *Corresponding author Abstract: Le problematiche psicologiche e sociali nelle patologie neoplastiche non sono state oggetto di indagine scientifica fino alla meta degli anni settanta. Scoprire di essere malati di cancro suscita reazioni di paura, preoccupazione, tristezza, sconforto e sgomento non solo nel paziente, ma anche nelle persone che gli sono vicine. I disturbi psicologici sono caratterizzati da sintomatologie reattive alla diagnosi o, in altre circostanze, da condizioni psicopatologiche preesistenti, che possono essere aggravate dallo stress associato al cancro. Negli ultimi anni e in costante crescita l’interesse per i risultati delle terapie psicologiche sui pazienti oncologici, anche nel caso di pazienti che vengono sottoposti a TCSE. Offrire uno spazio di ascolto, in cui sia possibile indagare l’impatto psicologico del tumore, le preoccupazioni, le aspettative, le idee e i significati che ad esso vengono attribuiti, risulta di fondamentale importanza al fine di un adeguato contenimento del distress psicologico. Keywords: supporto, depressione, ansia, psicologo, psicoterapia 1. Introduzione Le problematiche psicologiche e sociali nelle patologie neoplastiche non sono state oggetto di indagine scientifica fino alla metà degli anni settanta. La parola cancro è stata a lungo espressione di un insieme di malattie incurabili e sinonimo di morte, al punto che al paziente, solitamente, non veniva nemmeno comunicata la diagnosi. La tragicità delle sue manifestazioni improvvise, della sua origine sconosciuta e del suo esito fatale esulavano dal potere della scienza. Di conseguenza, non essendo i pazienti a conoscenza del loro effettivo stato di malattia, anche le questioni legate al suo impatto psicologico sono state a lungo trascurate. Oltre a questo, un secondo aspetto ha rallentato lo sviluppo dell'interesse per le dimensioni psicologiche e sociali che caratterizzano l’esperienza di malattia dei pazienti neoplastici: atteggiamenti pregiudizievoli rispetto ai disturbi mentali e ai problemi psicologici, sia da parte dei pazienti che da parte degli operatori sanitari. Con il progresso scientifico, grazie a nuove scoperte quali i primi trattamenti chirurgici, la radioterapia e la chemioterapia e, di recente, l’immunoterapia, è diventato più facile, in ambito oncologico, condividere non solo informazioni circa le possibilità di prevenzione delle malattie, ma anche e soprattutto quelle relative alla diagnosi e alle possibilità di trattamento. I progressi in ambito medico, permettendo una comunicazione più franca con i pazienti, hanno favorito lo sviluppo graduale dell’interesse per le questioni psico-sociali associate al cancro. Verso la metà degli anni ’70, in questo clima di maggior apertura al dialogo con il paziente oncologico, nasce la Psico-Oncologia, disciplina di confine tra la Psicologia

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