Handbook_Volume III

140 2. Qualità ed elementi regolatori 2.1 Aspetti generali Massimo Cardillo1* 1Centro Nazionale Trapianti, Istituto Superiore di Sanità, Roma, Italia. Email address: massimo.cardillo@iss.it *Corresponding author Abstract: Il Mieloma Multiplo è una neoplasia che in Italia colpisce ogni anno circa 5.000 persone ed è il secondo tumore del sangue per diffusione dopo i linfomi non-Hodgkin. Nonostante i grandi progressi nelle cure ancora non esiste un trattamento definitivo per la malattia. Le alte dosi di Melphalan (HDM) seguite da trapianto di cellule staminali autologhe (ASCT) sono considerate lo standard di consolidamento, in pazienti “de-novo” fino ad oltre i 70 anni, eleggibili alla procedura trapiantologica. Nel corso degli ultimi anni, sono stati sviluppati programmi di cura che prevedono la possibilità di erogare, almeno in parte, il programma trapiantologico in regime ambulatoriale. In questo articolo, si riassumono i vari programmi ambulatoriali ed i criteri di selezione e gestione dei pazienti. Keywords: Rete, Qualità, Sicurezza, Organizzazione 1. Introduzione La donazione ed il trapianto di organi, tessuti e cellule sono attività caratterizzate da elevata complessità dei percorsi, e rappresentano il risultato di un efficiente Servizio Sanitario Nazionale, senza il quale sarebbe impossibile garantire qualità e sicurezza nelle prestazioni erogate. In ambito sanitario, vi sono pochi esempi, diversi da quello della donazione/trapianto, nei quali il raggiungimento del risultato deriva dall’interconnessione e dall’interazione di così tanti fattori, che vanno da quello umano, sociale e relazionale, fino ad arrivare a quello professionale, tecnologico ed organizzativo. Il numero delle donazioni e dei trapianti sono peraltro anche riconducibili ad aspetti culturali, come ad esempio al livello di maturazione civile e sociale della cittadinanza, e dipendono fortemente dalla fiducia che il cittadino ha nei confronti dell’organizzazione sanitaria. La conoscenza dei percorsi, la trasparenza dei processi e la comunicazione dei risultati anche là dove gli esiti non sono propriamente positivi, sono alla base della crescita di una società civile e della consapevolezza del rispetto di principi di equità, di universalità, e di uguaglianza. Affinchè un sistema così complesso possa essere in grado di assicurare prestazioni di elevata qualità, è indispensabile un assetto organizzativo ben definito e la definizione di una normativa che disciplini a vari livelli le attività, nonchè la definizione di protocolli operativi condivisi tra i vari operatori della rete. Il controllo e la sorveglianza sui processi di qualità e sicurezza, anche attraverso un’adeguata formazione degli operatori sanitari, rappresentano altri strumenti per la crescita della rete trapiantologica italiana. 2. L’organizzazione del Sistema 2.1. L’assetto organizzativo Fin dagli albori dell’attività trapiantologica è stata evidente la necessità di creare sistemi organizzativi ad hoc a livello locale – ospedaliero e territoriale – regionale, nazionale ed internazionale, finalizzati alla costituzione di una rete trapiantologica, per rispondere alle esigenze cliniche dei pazienti ed una di donazione, per garantire l’accesso al trapianto attraverso il reperimento dei donatori, tra di loro strettamente interconnesse. Il concetto di rete si applica alla donazione e al trapianto di tutte le tipologie di prodotto biologico utilizzato, sia esso un organo, un tessuto o delle cellule, comprese le Cellule Staminali Emopoietiche (CSE). Dette reti sono ispirate da principi etici e solidaristici

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